Frah Quintale live a Villa Ada: «Roma? Un insieme di emozioni»

Frah Quintale live a Villa Ada: «Roma? Un insieme di emozioni»

di Cristina Montagnaro
Frah Quintale, al secolo Francesco Servidei, 28 anni, uno dei rapper emergenti della scena musicale italiana, bresciano vive e lavora a Milano, sarà il 23 giugno a Villa Ada ospite e protagonista della rassegna musicale Roma incontra il mondo, dopo il successo del concertone del Primo Maggio. Una occasione per conoscere le canzoni del suo ultimo album Regardez moi, insieme di rap, pop e cantautorato, è della scuderia di Undamento. 

A Villa Ada incontra il mondo proporrà l’album in uscita
«Ci saranno dei pezzi nuovi e saremo in due sul palco Stefano Ceri ed io, ci saranno tante sorprese, chi verrà al live si divertirà e sarà una bella festa». 

C’è un fatto di attualità a Roma che lo ha colpito? 
«È vero che il sindaco Virginia Raggi voleva chiamare le pecore per tosare l’erba? Roma mi è sempre piaciuta, ma negli ultimi tempi l’ho trovata un po’ abbandonata a se stessa».

Che rapporto ha con la Capitale? 
«È una città che c’è sempre stata per me, anche quando il progetto era più piccolo. La mia esibizione ail concerto del Primo maggio è stato breve ma intensa, mi ha dato emozioni forti, perché il concertone l’ho sempre seguito in tv e esibirmi su quel palco è stato un bel traguardo».

Ci sono quartieri di Roma ai quali è legato? 
«No, ma vorrei conoscere San Lorenzo».

La scena rap romana avanza?
«Io vengo dall’hip hop rap, e vivo a Milano, ma vedo in generale che a Roma c’è una bella rinascita». 

Che cosa è per lei una canzone? 
«Un insieme di emozioni forti, quando canto mi sento normale sto facendo quello che devo fare». 

Cantanti di riferimento? 
«Dipende dal periodo, in passato ho ascoltato molto i Verdena, i Meganoidi e il grande Fabrizio de Andrè, ora quelli stranieri come The Internet mi piace scoprire sempre musica nuova». 

La canzone alla quale è più legato? 
«Nei treni la notte è una delle canzoni più vere che ho scritto mi rappresenta, era il periodo in cui io mi sono trasferito da Brescia a Milano per far musica e non era un momento felice. Vivevo nello studio, dove registravo ed ero alla ricerca di me stesso e mi chiedevo se avessi fatto bene a trasferirmi a Milano da Brescia, ma poi tutto è andato bene».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Giugno 2018, 01:25
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