I due bambini erano stati collocati in comunità per decisione del Tribunale per i Minorenni di Milano dopo un periodo di supervisione da parte dei servizi sociali brianzoli a seguito di una segnalazione di una maestra della scuola frequentata dal maggiore dei due, il quale aveva raccontato di essere stato costretto a dormire in auto da suo padre (vicenda che non sarebbe mai stata accertata). Successivamente a questo episodio, in virtù della sindrome debilitante di cui i bambini soffrivano, il Tribunale per i Minorenni aveva rilevato serie difficoltà nei genitori ad assisterli. Nel corso del processo, si legge negli atti, le difese hanno presentato relazioni e consulenze psicologiche ed urologiche, che hanno confutato la tesi dell'accusa.
La perizia del Tribunale di Monza ne ha confermato l'esito.
A chiedere l'assoluzione della coppia, seppur con formula dubitativa, è stata la stessa Procura. I giudici hanno invece sposato la tesi della difesa, accogliendo la richiesta di assoluzione con formula piena. «I bambini, in virtù della loro grave patologia, erano costantemente sottoposti a controlli medici - ha spiegato l'avvocato Maurizio Bono, difensore del padre - le perizie mediche hanno categoricamente escluso gli avvenuti abusi e maltrattamenti, oltre a stigmatizzare come la malattia aveva influenzato anche la capacità di racconto e di percezione dei minori». Le accuse hanno riguardato anche uno zio (posizione stralciata) e una nonna (nel frattempo deceduta). «Stiamo valutando - ha aggiunto l'avvocato Bono - un esposto contro gli operatori della comunità». «Hanno accusato un'intera famiglia di aver violentato e costretto a riti satanici i bambini - ha concluso -. Ora valuteremo il da farsi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Gennaio 2020, 20:56
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