Valentino investito e ucciso a 15 anni. La rabbia dei genitori: «Quattro anni al pirata? È come far morire nostro figlio un'altra volta. Non ci vogliamo credere»

Domani in Tribunale a Milano l'udienza preliminare a sei mesi e mezzo dal tragico incidenye a Garbagnate Milanese

Valentino travolto e ucciso a 15 anni. La rabbia dei genitori: «Quattro anni al pirata? È come far morire nostro figlio un'altra volta. Non ci vogliamo credere»

di Mario Landi

«Quattro anni al pirata? Non vogliamo crederci. La legge deve dare una pena giusta. Niente ci porterà indietro Valentino, ma lui deve avere la sua giustizia. Noi siamo distrutti». Parla Emilia Nastasi , la mamma di Valentino Colia, travolto e ucciso a 15 anni mentre attraversava la strada in bicicletta sulle strisce pedonali lo scorso 17 luglio a Garbagnate Milanese. Bogdan Pasca, il 33enne romeno alla guida del furgone che ha investito il ragazzino e un'amica, rimasta gravemente ferita, ha chiesto di patteggiare la pena; quattro anni la proposta che dovrà essere valutata domani mattina dal giudice dell'udienza preliminare.

Domani mattina Emilia e il marito Raffaele saranno in tribunale, a sei mesi e mezzo dal tragico incidente dove è rimasto ucciso il loro Valentino. La difesa dell'imputato e il pm hanno concordato per l'uomo alla guida del furgone il patteggiamento e la conseguente riduzione della pena. In questi casi la condanna potrebbe essere di 4 anni.

«Non possiamo pensare - dicono i genitori di Valentino al Giorno - che il giudice accetti il patteggiamento a 4 anni e rimetta in strada un individuo che guidava ubriaco, senza patente, che era in prova ai servizi sociali per altri reati che aveva commesso e che andava a 80 orari in una strada dove il limite è di 50 sul furgone della ditta dove lavorava preso in modo indebito.

Così sarebbe come uccidere Valentino una seconda volta»

«È assurdo, oserei dire disumano. Non erano Valentino e la sua amica nel posto sbagliato, era qualcun altro che non doveva trovarsi lì. Nonostante tutto», dice Raffaele Colia, padre della vittima. Pasca la sera del 17 luglio andava veloce; si era messo alla guida dopo avere bevuto. Era affidato in prova ai servizi sociali dopo una condanna definitiva e a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi a casa. Nessun segno di pentimento, secondo i genitori di Valentino Colia, che da Pasca hanno ricevuto solo un “freddo telegramma” mesi dopo l'incidente.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Febbraio 2024, 09:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA