Renzo Rubino al Dal Verme: "Amo i tour, odio entrare in sala registrazione"

Renzo Rubino al Dal Verme: "Amo i tour, odio entrare in sala registrazione"

di Massimiliano Leva
 «Viaggiare per concerti o scrivere musica? La prima tutta la vita; quando scrivo canzoni sudo, mi agito, è come se dovessi superare sempre una prova». Parola di Renzo Rubino, classe 1988, una vita divisa tra una casa nella campagna pugliese (è nato a Taranto), un appartamento a Roma e i palchi di tutta Italia. «Non mi si fraintenda: scrivere musica è il bello del mio mestiere. La voglia di raccontare qualcosa, di mettersi a nudo, di essere fuori dal coro. Quando ho cominciato avevo paura: la paura di fare questo lavoro che significa una vita di sacrifici, essere sempre in viaggio, non avere mai certezze economiche. Ma poi ho trasformato la paura in stimolo per tirare fuori la mia unicità. Ora, quando vado a dormire, ogni sera sono orgoglioso di ciò che faccio». Lanciato dal Festival di Sanremo con il premio della critica giovani del 2013, terzo fra i big l’anno seguente, una partecipazione anche quest’anno, Rubino è al suo quarto album, “Il gelato dopo il mare”, ristampato a febbraio con l’aggiunta del singolo “Custodire”, presentato appunto proprio a Sanremo. «Scrivo canzoni quando me la sento.
Non mi siedo mai per pensare a qualcosa da mettere in musica. Mi piace pensare che ci siano giorni in cui preferisco “vivere” e raccogliere emozioni che poi diventeranno una canzone». Non a caso il suo stile è stato spesso definito cantautorale. «Per carità, è una parola che mi fa persino paura, pensando a mostri sacri come Dalla o de Gregori». Stasera presenta le sue canzoni a Milano, al Teatro dal Verme. «Milano? Ho avuto al fortuna di viverci per qualche tempo un paio di anni fa. Mi piace, soprattutto il suo aspetto più “provinciale”: quello delle balere, dei circoli di periferia, il lato meno mondano e più umano». Quanto al concerto: «Sarà uno spettacolo e non solo di musica. Con il regista dei miei ultimi video o realizzato qualcosa di speciale per cercare di trasportare l’ascoltatore dove non si aspetta».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Maggio 2018, 06:00
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