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Amante del cinema, riservato, nessun precedenti alle spalle, i conoscenti lo hanno descritto come una persona che nella vita privata non aveva mai avuto relazioni burrascose e sul lavoro mai una discussione o una lite. Peruviano con nazionalità argentina, trasferitosi in Italia già da qualche anno, il transessuale, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, si vendeva in casa, un seminterrato che condivideva con un altro transessuale, e in strada, al confine tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo.
Nessuno, per amici e clienti, poteva avercela nei suoi confronti a tal punto da volerlo morto. Nessuno, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori dell'Arma, avrebbe avuto un motivo per fare fuoco. Anche per il coinquilino che, rientrando a casa, lo scorso 4 febbraio, in un primo momento aveva pensato stesse dormendo. Poi, quando era entrato nella stanza e lo aveva notato sdraiato sul letto con ancora i vestiti addosso tranne la maglietta, aveva provato a chiamarlo.
Ma inutilmente. Accesa la luce, si era accorto del sangue che dalla bocca bagnava le lenzuola e aveva dato l'allarme. I carabinieri indagano ora in tutte le direzioni per cercare di dare una risposta ai tanti interrogativi attorno alla morte del 43enne e per rendergli giustizia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Febbraio 2018, 21:00
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