Benvenuti nel bivacco più chic del mondo, le vie con portici che circondano il Duomo simbolo di Milano, dove i negozi sfavillanti delle griffe più prestigiose richiamano migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo. E loro sono lì, vivono lì, invisibili ma visibilissimi: decine e decine di senzatetto da tutta Italia, e clochard romeni dai numeri in espansione. Cartoline da piazza Duomo, piazza San Babila, via Borgogna, corso Vittorio Emanuele e tutte le sue gallerie, piazza San Carlo, piazza Diaz: di notte la distesa di sacchi a pelo è impressionante. Tutti hanno cartoni, che in questa zona non sono difficili da reperire, con tutto il via vai di merci per gli scaffali delle boutique. Tanti montano pure igloo e canadesi.
Di giorno cambia poco. Anche a mezzogiorno ci sono ragazzi che dormono sotto le coperte buttate in ogni angolo, quasi tutti con cani di razza tenuti benissimo, tutti con cartelli, «ho fame, aiutatemi». Si piazzano davanti a Celio, Yamamai, Feltrinelli, Mondandori, Ca’ Puccino. I turisti li additano, passano oltre, molti sganciano l’obolo, «soprattutto se c’è il cane, che intenerisce» sintetizza un vigile. Shopping a braccetto col degrado: l’odore di orina aggredisce non appena esci dal metrò in San Babila, dove il cantiere della metro in via Borgogna offre nuovi spazi di espansione al popolo dei senzatetto. Fino a qualche mese fa in piazza San Carlo un homeless lasciava ogni mattina la busta con i suoi bisogni nell’abside sulla facciata della chiesa. Poi è scomparso.
Ma quello che di giorno è un problema di decoro, di notte diventa spesso anche un problema di ordine pubblico. «Ogni notte c’è la guerra» racconta il decano dei clochard di zona Duomo, Francesco, siciliano, 69 anni, ex cuoco in Germania, cartone in piazza San Babila dal 2006.
Racconta di risse, aggressioni per portare via le elemosine, furti di scarpe e perfino di cartoni. Ma lui, racconta, in zona lo conoscono tutti e tutti gli vogliono bene. «Milano ha un cuore grande».
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Settembre 2018, 06:00
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