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«Circa il 97 per cento dei negozi, dall’abbigliamento agli accessori, al tessile per la casa ha riaperto i battenti in sicurezza con la stessa emozione dei primi giorni di scuola – prosegue Torti – ma dobbiamo essere realistici, perché da qui a fine anno prevediamo un meno 50 per cento di ricavi rispetto al 2019». Già a febbraio le vendite erano crollate del 38 per cento. Poi, tre mesi di incassi azzerati per le chiusure imposte dal virus. «Quindi andare a pareggio per i negozi quest’anno sarà impossibile».
I segnali di una timida ripartenza si vedono.
In corso Vittorio Emanuele balza all’occhio la lunga coda di persone distanziate in attesa di entrare alla Rinascente che propone saldi-fedeltà fino al 50 per cento. «Ma anche i piccoli negozi se la stanno cavando bene – precisa Alessandro Prisco, presidente di AscoDuomo – la nostra clientela è ritornata nei primi giorni avendo bisogno di rinnovare un pochino il guardaroba». Soddisfatti, seppur preoccupati per il futuro, anche le attività delle periferie. Per Marco Sperati presidente di AscoVallazzeGobetti, zona Città Studi, «si deve puntare sugli abitanti del quartiere dimostrandogli che possono entrare nei negozi in sicurezza, perché i locali sono puliti e igienizzati. Ma non ci sarà alcuno sconto anticipato perché la merce è di stagione».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Maggio 2020, 08:20
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