«In quel momento, lo spirito di Milano mi sembrava quello. Anche la scienza non dava una interpretazione univoca della gravità della situazione. Se ho sbagliato allora, oggi sono qua, tutti i santi giorni, per fare la mia parte», le parole di Sala. Ora «bisogna organizzare la resistenza e pensare alla ricostruzione», aggiunge il primo cittadino milanese. L'ultimo decreto del governo convince? «Prima di tutto - risponde Sala -, e lo dico anche a nome di molti altri sindaci lombardi che stanno cercando di interpretare dove una norma prevale sull'altra, è arrivato il momento di smetterla con i conflitti di ordinanze nazionali e regionali».
L'ordinanza lombarda, che ha norme più stringenti, e quella nazionale, spiega, «operano su due piani diversi. Il punto però non è chi stringe di più, non mettiamoci a fare questa gara».
La Lombardia ha sbagliato a fare da sola senza attendere Roma? «Penso che il presidente Fontana volesse più rapidità da parte del governo - afferma -. Ma adesso basta. Non ha senso questa pioggia di ordinanze. Mettetevi insieme, lavorate e noi comuni vi daremo una mano a elaborare e applicare le regole. I sindaci non sono nemici, ma non ne possiamo più di continue norme apparentemente non allineate». Alla domanda se secondo lui servano più chiusure, Sala risponde: «Più di così non so che cosa ci sia da fermare. A Milano, insieme ai costruttori, abbiamo deciso di bloccare anche i cantieri della nuova linea di metropolitana, la M4».
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 10:40
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