Niccolò Ciatti, i consulenti in aula: «Ucciso con tecniche da arte marziale». Il ceceno latitante è già condannato

La reazione del padre non è tardata ad arrivare. Luigi Ciatti su Facebook annuncia: "E' stato commesso un errore gravissimo"

Niccolò Ciatti, i consulenti in aula: «Ucciso con tecniche da arte marziale». Il ceceno latitante è già condannato

di Niccolò Dainelli

I consulenti della Procura che sono stati ascoltati nell'aula bunker di Rebibbia non hanno dubbi: «Niccolò Ciatti è stato ucciso con tecniche tipiche delle arti marziali». Questo è quanto hanno riferito davanti ai giudici della III sezione della corte d'Asssise nell'ambito del processo al ceceno killer, Rassoul Bissoultanov, accusato di omicidio volontario. 

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Latitante da mesi

 

Secondo quanto già stabilito dal tribunale spagnolo, sarebbe stato proprio il ceceno a colpire a morte il 22enne nella notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 fuori ad una discoteca di Lloret de Mar in Spagna. Bissoultanov, che è latitante da mesi, dopo essere stato condannato la scorsa estate dal tribunale di Girona a 15 anni di carcere, avrebbe dunque inferto a Niccolò Ciatti dei colpi tipici delle «arti marziali miste», della lotta Mma.

La sentenza

Rispondendo alle domande del pm Erminio Amelio e mostrando i video acquisiti dal tribunale della brutale aggressione, gli esperti di polizia e carabinieri hanno riferito sulla dinamica dei fatti. «Su di lui pendono due mandati d'arresto europei» ha spiegato il legale di parte civile, l'avvocato Agnese Usai. Il ceceno Bissoultanov inoltre avrebbe dato mandato al proprio avvocato di fare ricorso contro il provvedimento, pochi mesi fa e la difesa, secondo quanto riportato da Corsera avrebbe «violato l’onere di notifica» omettendo, come invece prevede la legge per i reati violenti con vittime, di avvertire i legali della famiglia Ciatti di aver presentato domanda di scarcerazione.

La reazione del padre

Luigi Ciatti, padre di Niccolò, che da anni lotta perché venga fatta giustizia al figlio ucciso mentre si trovava in discoteca per divertimento, su Facebook non ha tardato a reagire a quanto stabilito oggi. «Pubblicata la sentenza della Cassazione che ha riconosciuto l'errore commesso dalla Corte di Assise di Roma che ha scarcerato Rassoul Bissultanov commettendo un errore gravissimo, in quanto noi e i nostri Avvocati non siamo stati avvertiti della richiesta di scarcerazione - scrive il padre con risentimento -. Si può porre rimedio? No perché l'assassino è scappato dall'Italia immediatamente dopo la scarcerazione e da luglio è latitante grazie alla superficialità dei controlli spagnoli che dopo il verdetto di condanna, di soli 15 anni, per omicidio volontario aggravato di giugno 2022 lo hanno lasciato libero con solo l'obbligo di una firma settimanale. Continuiamo, nonostante tutto, ad avere fiducia nella giustizia italiana». Uno sfogo che grida alla giustizia.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Novembre 2022, 19:03
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