Tetraplegico per un ritardo nella diagnosi di un'ernia cervicale, per la Cassazione non basta un milione di risarcimento

Tetraplegico per un ritardo nella diagnosi di un'ernia cervicale, per la Cassazione non basta un milione di risarcimento

di Simone Pierini
Un'odissea iniziata nel 2001, quando venne ricoverato d'urgenza per difficoltà motorie che non gli permettevano di camminare. All'ospedale di Belluno l'uomo, un ingegnere di un piccolo centro dell’Alpago, non migliorò e così venne trasferito a Verona. La diagnosi parlò di paraplegia agli arti superiori. Tuttavia venne operato solamente il giorno successivo per l'asportazione dell'ernia. Perse l'uso delle gambe e braccia, riportò un danno biologico permanente del 90%, con un'invalidità civile del 100%

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Diventato quindi tetraplegico a causa del ritardo nella diagnosi dell’ernia cervicale aveva fatto causa all’Ulss di Belluno. Ma dopo che il Tribunale aveva riconosciuto a lui e alla sua famiglia un risarcimento di circa 500.000 euro e che la Corte d’Appello aveva aumentato l’indennizzo portandolo intorno a 1 milione, ora la Cassazione ha deciso che il grave caso di malasanità merita un riconoscimento ancora maggiore. La Cassazione ha seguito quindi le tabelle del distretto giudiziario di Milano, più aggiornate. 

L'aumento dell'indennizzo è motivato perché considera "I danni morali intesi come patemi d'animo conseguenti alla lesione gravissima del bene della salute e della dignità personale".

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Giugno 2018, 18:22
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