Studentessa Erasmus morta a Lecce a 21 anni, c'è un indagato: «Istigazione al suicidio». Gli abusi sessuali confidati ai medici

Aperta inchiesta. Slitta l'autopsia, le bandiere delle Università pugliesi a mezz'asta in segno di lutto

Studentessa Erasmus morta a Lecce a 21 anni, c'è un indagato: «Istigazione al suicidio». Gli abusi sessuali confidati ai medici

di Roberta Grassi

Un fascicolo per istigazione al suicidio, il sequestro del diario, del telefonino che dovranno essere analizzati frase per frase. Messaggio per messaggio. Gli effetti personali raccolti nell’appartamento al quinto piano di via Pappacoda a Lecce all’interno del quale sono stati apposti i sigilli. Stamani il pm Maria Rosaria Petrolo avrebbe dovuto conferire l’incarico di eseguire l’autopsia al medico legale Alberto Tortorella. L'incarico è slittato per motivi legati alle notifiche degli avvisi. L’esame necroscopico fornirà risposte certe sulle cause del decesso che dai primi accertamenti sarebbe avvenuto per soffocamento: un laccio di una scarpa attorno al collo, legato all’armadio, è quanto è stato rinvenuto dagli investigatori, gli uomini della Scientifica e della Squadra mobile della polizia.

Il certificato medico sequestrato

Sotto sequestro anche il referto medico che riporta quanto raccontato dalla 21enne dopo l’accesso al Pronto Soccorso del “Vito Fazzi”. L’inchiesta, naturalmente, intende accertare non solo le cause della morte, su cui al momento sembrerebbero esserci pochi dubbi considerate le circostanze e gli scritti che sono stati ritrovati. Ma le ragioni per cui la studentessa, nel fiore dei suoi anni, eccellente nei suoi studi di filosofia tanto da meritare una borsa di studio e l’accesso a un programma di scambio universitario che le avrebbe consentito di acquisire un titolo accademico valido in due nazioni, fosse piombata in una tale “tristezza” da decidere di abbandonare questo mondo.

 

I coinquilini ascoltati

Subito è partito il giro di audizioni. Il coinquilino che l’ha trovata, alle 20 è stato ascoltato. Ma anche i vicini di casa che hanno detto di non aver udito alcunché di strano nelle ore antecedenti al ritrovamento del cadavere. Non c’erano feste, baldoria, in quell’immobile che l’UniSalento mette a disposizione dei borsisti stranieri. Un via vai sereno, narrato anche da altri studenti che alloggiano nello stesso palazzo, in case di proprietà private. È una zona popolata da universitari, nel periodo invernale. Le case poi si trasformano in bed and breakfast per turisti: la zona, tra via Taranto e il quartiere San Pio è strapiena di locali e ristoranti. L’alloggio della vittima si trova proprio al piano superiore di un noto pub frequentatissimo da leccesi e fuorisede. Dal primo giro di accertamenti gli abusi sarebbero avvenuti durante un incontro con un ragazzo del posto, forse del Brindisino. Ma si tratta di dettagli tutti da verificare, in una ricostruzione che non è ancora completa. Difficile compiere verifiche, tenuto conto dell’assenza di una denuncia formale da parte della 21enne rispetto alle ipotesi di abusi sessuali subiti e raccontati ai medici del Vito Fazzi.

Chi se n’è occupato ha attivato immediatamente le procedure che in questi casi coinvolgono immediatamente le forze dell’ordine. Quanto accaduto il 19 ottobre, la breve ricostruzione consegnata al personale sanitario del Fazzi, è comunque oggetto di approfondimenti. Non si esclude di poter trovare riscontri nelle chat, all’interno della memoria del telefonino.

Oltre che nel diario che è stato già ampiamente visionato dagli uomini in divisa che ieri pomeriggio sono tornati in via Pappacoda. Gli investigatori cercano informazioni. Hanno posto le loro domande ai colleghi di corso, agli amici di Julie che tuttavia si trovava a Lecce da appena un mese. Timida, riservata. Non aveva ancora avuto modo di stringere amicizie profonde. In pochi l’avevano vista all’Università. Anche UniSalento, naturalmente, per quanto possibile, collabora alle indagini. Il rettore Fabio Pollice è in contatto con il questore Massimo Vincenzo Modeo per fornire ai poliziotti supporto per tutti gli accertamenti che saranno ritenuti necessari per dare una soluzione al caso, ancora parzialmente avvolto dal mistero.

Il comitato Universitario Regionale delle Università pugliesi

Il Comitato Universitario Regionale delle Università pugliesi esprime profondo sconcerto per la morte della studentessa francese in Erasmus e grande vicinanza alla Comunità di UniSalento per una tragedia che ancora una volta ci fa riflettere sul bisogno di riconoscere un valore alla fragilità e alla necessità di chiedere aiuto, all'obbligo di sostenere ragazze e ragazzi nel loro percorso di crescita e dare loro fiducia nel futuro. I numeri di questa tragedia umana e sociale rappresentano una sconfitta per l'intero sistema della formazione perché, nella solitudine di un gesto così estremo, la responsabilità è di tutti, nessuno escluso. Oggi le bandiere delle Università pugliesi saranno abbassate a mezz'asta in segno di lutto.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Ottobre 2023, 13:58
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