Spese militari, in Senato si accende la bagarre: spuntano i cartelli «No soldi per armi»

I senatori di Italexit e Alternativa si schierano contro la decisione del Governo

Spese militari, in Senato si accende la bagarre: spuntano i cartelli «No soldi per armi»

Dopo la risposta dai toni perentori di Mario Draghi a Giuseppe Conte, ecco che in Senato si accende la disputa. Al centro del contendere la decisione del Governo di rispettare e ribadire con decisione gli impegni NATO sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. E in Senato spuntano i cartelli «No soldi per armi». 

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I cartelli sono stati mostrati in Aula al Senato, al termine dell'intervento in dissenso del senatore di Italexit, Gianluigi Paragone, nel corso delle dichiarazioni di voto sul dl Ucraina. La presidente di turno, la pentastellata Paola Taverna ha invitato subito a rimuoverli. A inscenare la protesta i senatori di Italexit e quelli di Alternativa.

E mentre al Senato c'è chi dimostra il suo malumore per la decisione presa da Draghi, Matteo Renzi si schiera nei confronti del premier. Il leader di Italia Viva su La7 a «L'aria che tira» ha dichiarato: «Conte sta facendo un gioco cinico e squallido sulla pelle degli italiani utilizzando strumentalmente le bombe sull'Ucraina.

Conte è il presidente del Consiglio che ha aumentato le spese militari più di tutti, di cosa parliamo?». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Marzo 2022, 18:26
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