«Ho la sclerosi multipla e al mio arrivo in hotel ho scoperto i gradini all'ingresso: ho dovuto passare le vacanze in camera»

Silvia Pietrobon e le amiche avevano prenotato perché l'albergatore aveva garantito la presenza di un ascensore

«Ho la sclerosi multipla e al mio arrivo in hotel ho scoperto i gradini all'ingresso: ho dovuto passare le vacanze in camera»

Quella di Silvia Pietrobon a Bologna doveva essere una vacanza e invece è diventata un incubo. Affetta da sclerosi multipla, la turista si è trovata dinanzi a troppe barriere architettoniche che le hanno impedito di uscire dalla stanza d'albergo e vedere la città. 

Una vacanza dal sapore amaro

Silvia, bibliotecaria originaria di Padova, è andata a Bologna per un weekend con 5 amiche, credendo di poter sfruttare il bel tempo per visitare la città. La donna convive con i complicati ostacoli della sclerosi multipla e ha bisogno di un deambulatore per muoversi. L'appartamento, nel centro storico di Bologna, era stato prenotato a gennaio ed era stato scelto dal gruppo di amiche perché l'albergatore aveva garantito la presenza di un ascensore.

Arrivate sul posto, però, le amiche hanno scoperto che l'ascensore c'era, ma dal primo piano in poi, dunque Silvia doveva affrontare comunque 14 gradini in salita, vecchi, stretti e malandati, troppo ostici per il suo deambulatore. «Avevo detto chiaramente che ero una persona disabile e avevo bisogno di una struttura accessibile», ha raccontato Silvia a Repubblica. «Ci hanno offerto un rimborso del 20% che io ho sinceramente giudicato offensivo, perché qui si tratta di rispetto. Mi hanno detto che io non avevo specificato con chiarezza la mia percentuale di disabilità, ma io sinceramente non credo che questo possa essere richiesto da una struttura ricettiva: io ho detto chiaramente di essere disabile, se ci sono degli impedimenti fisici, devo essere messa al corrente».

L'appello di Silvia

Data la situazione, Silvia è stata costretta a rimanere in camera e osservare il centro di Bologna dalle finestre. I 14 gradini erano davvero difficili da affrontare due o più volte al giorno e la donna non se l'è sentita di chiedere alle amiche di sostenerla nella deambulazione. Le 6 turiste hanno deciso di rifiutare il rimborso del 20% perché questo gli sarebbe stato concesso solo se se ne fossero andate e non c'era più tempo per cercare una struttura vicina che accogliesse 6 persone. Il proprietario dell'appartamento si è poi detto dispiaciuto della faccenda, ma la questione rimane aperta: città come Bologna, che sono ormai investite dal turismo di massa, non possono essere sprovviste di alberghi inclusivi verso le persone con disabilità. «Io sono terribilmente stanca di dover combattere con questo genere di cose», ha concluso Silvia. «Amo Bologna e ci sono venuta altre volte con grande tranquillità, ma questo non è un dettaglio trascurabile e bisogna prenderne collettivamente coscienza».


Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Aprile 2024, 17:00
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