Ragazzo sul balcone, follia finita dopo 44 ore: ora è in ospedale. Ai poliziotti ha detto: «Ditemi cosa devo fare»

Ragazzo sul balcone, follia finita dopo 44 ore: ora è in ospedale. Ai poliziotti ha detto: «Ditemi cosa devo fare»

di Redazione web

Dopo 44 ore il ragazzo che minacciava di buttarsi dal balcone della sua abitazione, al quinto piano di un palazzo del centro di Pescara, è nelle mani delle forze dell'ordine ed è stato subito affidato alle cure del 118; non è chiaro al momento se la polizia di stato abbia fatto irruzione nell'appartamento o se il giovane si sia consegnato spontaneamente, ma, si apprende, prima di essere prelevato era sceso dal balcone ed era entrato in casa.

Accompagnato da numerosi agenti di polizia il giovane è stato fatto uscire dal condominio completamente avvolto da una coperta azzurra. Il personale del 118 gli sta prestando le prime cure sul posto in ambulanza per il successivo trasferimento in ospedale. Il giovane dalle 14 di mercoledì scorso era in piedi sul parapetto largo circa 20 centimetri, senza mangiare né bere, per alcune ore anche sotto la pioggia.

Sul posto era intervenuta la squadra di negoziazione della polizia di stato, Squadra Volante, Squadra Mobile, oltre ad una squadra di negoziatori arrivata da Roma, personale della Asl, Vigili del Fuoco, con diversi mezzi e numerosi uomini, Polizia locale e 118. 

«Ditemi cosa devo fare»

«Ditemi cosa devo fare», avrebbe detto il giovane ai poliziotti. All'origine del gesto c'è un momento di profondo disagio vissuto dal giovane. A fare il punto della situazione, nel corso di una conferenza stampa, sono stati il questore di Pescara, Carlo Solimene, il dirigente della squadra Volante, Pierpaolo Varrasso, che per due giorni è rimasto sul posto, e il medico della Questura, Sara Cortese.

Nel corso dell'incontro è stato spiegato il tipo di attività svolta, che alla fine ha portato al risultato sperato. I negoziatori e tutto il personale impegnato hanno lavorato per ottenere la fiducia del giovane, affinché non si sentisse solo, parlando con lui di vari argomenti.

Il ragazzo per quasi due giorni è rimasto a piedi nudi sul parapetto del balcone, largo circa 20 centimetri, sfidando anche la pioggia. Fin da subito l'area è stata messa in sicurezza, evitando interferenze da parte di persone non autorizzate a interagire con lui. Dopo quasi 44 ore, stamani, attorno alle 9.45, il 23enne ha desistito e ha aperto la porta ai poliziotti. Subito dopo è stato accompagnato in ospedale per le cure del caso.

La soddisfazione dei poliziotti

L'allarme era scattato attorno alle 14 di mercoledì. L'area, per due giorni, è stata costantemente presidiata da Polizia di Stato, con negoziatori, Squadra Volante, Squadra Mobile e scientifica, insieme a personale della Asl, Vigili del Fuoco, Polizia locale e 118. "Siamo soddisfatti e felici - ha detto il questore Solimene - perché la Polizia di Stato e la Questura di Pescara sono riusciti a mettere in sicurezza un giovane che registrava un momento di disagio e aveva bisogno del nostro aiuto. Siamo riusciti a farlo attraverso un equipe che lavora da tempo in questo settore, aiutati anche dal Dipartimento della Ps che ci ha dato tutta l'attenzione del caso fornandoci personale particolarmente qualificato. Abbiamo dimostrato l'attenzione che la Polizia ha le verso le fasce deboli e verso chi vive momenti di disagio; abbiamo dimostrato - ha concluso - la professionalità e l'umanità profonda che contraddistinguono le donne e gli uomini della Polizia di Stato".


Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Marzo 2024, 15:04
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