Primitivo di Manduria, bloccati due marchi contraffatti in Francia e Germania

Primitivo di Manduria, bloccati due marchi ingannevoli in Francia e in Germania

di Nico Riva
Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria continua la sua battaglia per proteggere il famoso vino pugliese. Il presidente del Consorzio Mauro di Maggio ha fatto sapere di aver bloccato due marchi ingannevoli in Francia e in Germania (uno dei maggiori mercati di riferimento visto che da sola rappresenta il 30% dell’export).
Costringendo una cantina francese e una tedesca a ritirare due marchi ingannevoli, il Consorzio di una delle doc più apprezzate di Puglia mette a segno un altro successo, a difesa della propria denominazione sui mercati internazionali. In tre anni il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha lottato contro le imitazioni e le contraffazioni vincendo ben sei cause in Italia, una in Spagna, una in Germania, una in Francia, una in Cile, una in Cina, una in Portogallo ed eliminando dal mercato internazionale quattro marchi con dicitura Unione Europea.

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Come spiega il presidente di Maggio, «Nella zona Champagne abbiamo indotto una cantina a desistere nel mettere il nome primitivo sulla loro etichetta. Lo stesso è accaduto in Germania dove un grosso imbottigliatore di spumante voleva usare impropriamente il termine primitivo. Con il consiglio di amministrazione abbiamo implementato l’attività di tutela nei mercati internazionali anche perché il Primitivo di Manduria è un vino che affascina moltissimo l’estero ed è proprio nei paesi esteri che si riscontra il maggior numero di quelle che rappresentano autentiche frodi per i consumatori e un danno per i nostri produttori. Questa densità di imitazione è certamente legata al fatto che sta crescendo l’attenzione verso il nostro prodotto: in ogni caso le azioni messe in atto confermano che il nostro sistema di tutela funziona bene».

Il presidente del Consorzio ha poi elogiato il ruolo «importante in queste lunghe e ardue trattive del nostro ufficio legale che lavora insieme a noi costantemente per la tutela la nostra doc». «Continueremo senza sosta a contrattare i marchi falsi sia nei laboratori di analisi, per capire se il vino segue i parametri del nostro disciplinare, sia in ambito giurisdizionale» ha assicurato di Maggio. Il presidente ha infine illustrato alcune idee per il futuro. 
«Tra gli strumenti in atto per il 2020 siamo in procinto di investire sul marchio collettivo, ovvero quel sigillo che consente una protezione anche in quei Paesi dove non riconoscono le denominazioni e che garantisce qualità, area di produzione e l’esistenza di un sistema di controllo strutturato e organizzato».
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Dicembre 2019, 17:33
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