Fratellini caduti dall'ottavo piano, «i corpi erano lontani dal balcone». Il mistero di David e Benjamin
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Nel frattempo tra i fiori e il silenzio nel cortile che rispecchia quello dei genitori di Benjamin e David, di origine keniota, la polizia prosegue le indagini con il coordinamento del procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm Tommaso Pierini che hanno aperto un fascicolo conoscitivo, al momento, senza ipotesi di reato e senza indagati. Ieri mattina gli investigatori della Squadra Mobile hanno consegnato l'informativa in Procura e domani verrà conferito l'incarico per eseguire l'autopsia sui corpi dei due fratelli da cui potrebbero arrivare indizi utili a chiarire quanto accaduto. Tasselli fondamentali arriveranno anche dagli accertamenti della polizia scientifica.
Al vaglio ci sono diverse ipotesi: quella al momento più indicativa è che la morte dei due giovanissimi sia stata una disgrazia. Come siano precipitati, se per un gioco o se per tentare di scavalcare il balcone per raggiungere quello dei vicini, sono ipotesi tutte da chiarire. E sulle quali gli inquirenti non si sbilanciano. Benjamin e David ieri mattina, erano rimasti in casa con il padre, 42 anni, operatore socio-sanitario. Come ha raccontato lo stesso genitore agli inquirenti, lui era in bagno quando i figli sono precipitati dal balcone. Da appurare se ci sia stata una discussione per una mancanza nel resto in denaro, dopo che i ragazzini erano usciti per fare la spesa.
Il padre, come usava fare per non farli uscire, abitudine confermata anche dalla moglie, ha chiuso la porta dell'appartamento ed è andato a farsi una doccia. Ciò che è accaduto nei drammatici istanti successivi lo potranno chiarire, in assenza di testimoni, soltanto le indagini. Al portone di accesso del palazzo, questa mattina, è stato affisso un cartello per invitare i fedeli ad una veglia di preghiera, nella parrocchia della Beata Vergine Immacolata, «per stare vicini e chiedere luce e consolazione» per le due vittime. La madre e il padre dei ragazzini, che hanno altri due figli di 2 e 8 anni, dopo essere stati sentiti ieri dagli investigatori della Squadra Mobile, questa mattina sono rientrati con un permesso nella loro abitazione che subito dopo la tragedia era stata posta sotto sequestro. A chi ha provato a raccogliere le loro parole al citofono non hanno risposto, chiudendosi nel dolore e nel massimo riserbo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Marzo 2019, 12:55
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