Poste, il virus ferma le raccomandate. Gli uffici esplodono: file ovunque
di Lorena Loiacono
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Ora, con la riapertura completa, è il momento di andare a prendere tutto ma ecco che la fila non finisce più: la giacenza di raccomandate e assicurate, proprio per evitare di far uscire le persone durante la quarantena, è stata estesa dai vecchi 15 o 30 giorni agli attuali 60 giorni. A questi si aggiungono tutti coloro che ora, con le riaperture, vanno alla posta per sistemare quel che non hanno fatto da marzo ad oggi o per i servizi come il reddito di cittadinanza, i buoni pasto, gli anticipi della cassa di integrazione. Tutti adesso, praticamente.
Basta andare fuori da un ufficio postale di Roma e di Milano, Torino, Napoli e Palermo ma anche nei piccoli centri per accorgersi che la coda è infinita. Per limitare le attese Poste Italiane consiglia di usare, quando possibile, i servizi online e i postamat e di recarsi negli uffici aperti fino alle 19.30 per evitare gli orari peggiori, quelli solitamente di punta. «Poste sta potenziando il servizio sul territorio con l’arrivo di nuovi tricicli elettrici a Roma e Milano e già in quarantena, con la consegna dei pacchi normali di chi acquistava online per non uscire di casa, ha registrato livelli record: basti pensare che a Roma le consegne sono aumentate del 300% superando anche i picchi straordinari del Black Friday», fa sapere l’Azienda. Le file fuori dagli uffici postali, in modalità sicuramente ridotte rispetto ad oggi, c’erano anche durante il lockdown: a Roma, il 16 aprile, una donna di 75 anni venne travolta e uccisa da un’auto mentre aspettava sulla strada.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Giugno 2020, 15:55
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