Un cimitero nel cimitero. All'indomani del crollo di Poggioreale, a Napoli, riemergono dalle sterpaglie 3.000 lapidi senza nome, rimaste per anni nascoste dalle vegetazione e poi dimenticate, costate all'amministrazione 5 milioni di euro. La sorprendente scoperta dell'inviata di Ore 14 Tatiana Bellizzi che, recatasi nella puntata di oggi sul posto per documentare il crollo di giovedì scorso della Cappella della Resurrezione, da cui ancora pendono alcune bare, ha constatato l'esistenza di una lunga fila di lapidi bianche e inutilizzate.
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Napoli, cimitero fantasma a Poggioreale
Le lastre di marmo sono state scoperte dopo che vigili del fuoco e protezione civile si sono aperti un varco nella vegetazione per tentare di recuperare le salme. Sotto metri di sterpaglie sono riemerse migliaia di lapidi, dimenticate da chissà quanto tempo. «Questo lavoro è cominciato prima ancora dell'amministrazione De Magistris.
«Qui siamo nell'area del Fondo Zevola, un progetto partito nel 2008 che prevedeva l'ampliamento del cimitero e allo stesso modo la costruzione di un impianto di cremazione – prosegue l'assessore –. Parallelamente, all'interno di questo progetto erano previste 3.000 fosse in terra». Un ampliamento mai avvenuto dato che, poco distante dalle lapidi rinvenute in queste ore, si trova una struttura che avrebbe dovuto fungere da ingresso del nuovo cimitero, rimasta abbandonata dal 2008. Conti alla mano, per l'impianto di cremazione e le fosse in terra l'appalto sarebbe dovuto essere di circa 3,6 milioni, a cui venne apportata un correttivo di altri 1,1 milioni, per un totale di 4,7 milioni di euro. L'ennesimo progetto edilizio incompiuto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Ottobre 2022, 16:31
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