Mauro Donato, liberato in Serbia il fotoreporter italiano: "È la fine di un incubo"

Mauro Donato, liberato in Serbia il fotoreporter italiano: "È la fine di un incubo"
Le autorità della Serbia hanno disposto oggi la scarcerazione di Mauro Donato, il fotoreporter italiano arrestato il 16 marzo scorso al confine con la Croazia per una presunta aggressione e rapina ai danni di alcuni profughi, oggetto di un suo reportage. «È finita una brutta disavventura», ha detto il fotoreporter piemontese subito dopo aver lasciato nel primo pomeriggio il carcere di Sremska Mitrovica, città a ovest di Belgrado non lontano dal confine croato.

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Accompagnato dall'ambasciatore d'Italia in Serbia Carlo Lo Cascio e dal personale diplomatico che, in collegamento con la Farnesina, in tutti questi giorni ha seguito la delicata vicenda con la massima cura e attenzione, Mauro Donato si è subito recato all'aeroporto di Belgrado da dove nel tardo pomeriggio si è imbarcato su un aereo per Roma. Grande la soddisfazione dei familiari, che hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia della liberazione del fotoreporter.


«Ringraziamo amici, colleghi e quanti si sono in ogni modo adoperati per la sua liberazione, e in particolare il presidente della Fnsi Beppe Giulietti, l'Associazione stampa Subalpina, il professor Luigi Manconi e l'Ufficio italiani all'estero della Farnesina», hanno detto in una nota i familiari di Donato e l'avvocato Alessandra Ballerini. Domani, hanno aggiunto, il giornalista parteciperà a una conferenza stampa nella sede della Fnsi. Secondo l'Associazione dei giornalisti serbi (Nuns), i legali di Mauro Donato non hanno ancora ottenuto la comunicazione ufficiale della procura serba che scagiona il fotoreporter italiano, cosa questa attesa nei prossimi giorni considerando il lungo weekend festivo della Pasqua ortodossa.

Piemontese, 41 anni, Mauro Donato - che in passato ha collaborato anche con l'agenzia ANSA - al momento del fermo si trovava nella località serba di Sid, a ridosso del confine con la Croazia, impegnato in un reportage sulla rotta balcanica battuta dei profughi mediorientali, insieme all'altro fotografo italiano Andrea Vignali. Le accuse contro di lui sono queste apparse subito poco credibili e per certi versi assurde, visto che Donato avrebbe tra l'altro aggredito i profughi per impossessarsi della somma irrisoria di 300 dinari serbi, pari a meno di tre euro. Gli stessi profughi avevano ritrattato le accuse dopo aver visionato una foto più recente di Donato, ma il giornalista era rimasto in carcere nonostante le proteste e gli appelli delle Associazioni giornalistiche di Italia e Serbia e le pressioni per la sua liberazione da parte delle autorità diplomatiche italiane. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Aprile 2018, 21:37
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