Combattere il calo demografico e incentivare l'indipendenza economica delle donne. Obiettivi difficili da raggiungere in un paese come il nostro dove spesso lavorare e fare figli si rivela inconciliabile. La prova? Secondo i dati dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, nel 2022 più di 44.000 madri hanno presentato le dimissioni a causa della difficoltà di conciliare carriera e famiglia.
Le dimissioni nei primi tre anni di vita dei figli aumentate del 17,1%
Un fenomeno che sembra assumere dimensioni sempre più rilevanti: nel 2022 le dimissioni convalidate dall'Inl, perché presentate nei primi tre anni di vita del figli, sono aumentate del 17,1% rispetto a un anno prima a 61.391 unità. Il fenomeno riguarda soprattutto le donne (72,8% dei provvedimenti, ovvero 44.669 dimissioni convalidate) e nella maggior parte dei casi (63%) si tratta di neo mamme che mettono tra le motivazioni la fatica nel gestire insieme l'impiego e la cura dei figli. Tale difficoltà è invece alla base della scelta solo del 7,1% dei padri. Per gli uomini la motivazione principale delle dimissioni è il passaggio a un'altra azienda (78,9%), ragione che riguarda invece solo meno di un quarto delle donne.
Le donne nel mondo del lavoro: 48,2% in Italia contro il 59,6% della media Ue
Non a caso il tasso di partecipazione femminile al mondo del lavoro in Italia appare ancora molto distante dalla media europea: 48,2% contro il 59,6% della media Ue.
La mancanza dei servizi
Le mamme non riescono a conciliare il lavoro con la cura dei figli sia per la mancanza di servizi (per esempio il costo elevato di asilo nido o baby-sitter e il mancato accoglimento al nido) sia per cause legate all'organizzazione del lavoro (distanza dal luogo di lavoro, cambiamento della sede, orari rigidi). A pesare certamente ci sono anche i bassi salari. A dimettersi infatti sono soprattutto impiegate ed operaie (92% delle dimissioni convalidate) molto meno chi ha una qualifica di quadro o dirigente.
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Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Dicembre 2023, 13:34
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