Ilaria Salis, chi è la donna in carcere a Budapest: dal ruolo di maestra a Monza al processo

Ilaria Salis

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di Redazione web

Nuovo capitolo del caso Ilaria Salis. «Sono incerte le conseguenze» di un'eventuale candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee per quanto riguarda la sua situazione processuale: Gyorgy Magyar, l'avvocato ungherese di Salis, commenta così con l'ANSA le indiscrezioni circolate. «In Ungheria l'immunità parlamentare scatta già dal momento della candidatura, ma non so come sia regolata la materia in Italia», ha detto ancora il legale. «Certo, in caso fosse eletta eurodeputata, le spetterebbe l'immunità, e la Corte ungherese per poter proseguire il processo penale a suo carico dovrebbe chiedere la sospensione dell'immunità stessa. Spetterebbe allora al futuro Parlamento europeo di pronunciarsi sul caso». Visto che i fatti giudicati nel processo sono precedenti all'elezione, è però incerto quale sarebbe la reazione della Corte: ossia se - nella sua interpretazione - l'immunità sia applicabile o meno, ha argomentato Magyar. La difesa comunque potrà sollecitare la Corte a pronunciarsi in proposito, ha aggiunto l'avvocato.

Il punto sulle elezioni europee

Ilaria Salis è pronta a correre nelle liste di Avs per le elezioni europee. A darne notizia un articolo sull'home page del Foglio. Nel pezzo si parla di un posto da capolista del Nord Ovest per l'insegnante attualmente detenuta in carcere in Ungheria. Secondo quanto scrive sempre il Foglio citando fonti di Sinistra italiana e di governo, sarà il corpo diplomatico italiano ad autenticarle oggi la firma per l'accettazione della candidatura. Ma Angelo Bonelli parlando a L'Aria che tira su La7 smentisce la candidatura di Salis.

Chi è Ilaria Salis

Ilaria Salis è una maestra di Monza, ha 39 anni e dal febbraio 2023 è rinchiusa in carcere in Ungheria. È accusata di avere aggredito due uomini causando lesioni giudicate guaribili in 5 e 8 giorni: non risulta che i due, che stavano celebrando Il giorno dell'onore, abbiamo presentato denuncia. La presunta aggressione è avvenuta a Budapest alla vigilia dell’11 febbraio: Il giorno dell'onore è una ricorrenza durante la quale i seguaci del nazismo di tutt'Europa celebrano il tentativo dell'esercito tedesco, che comprendeva anche reparti di soldati ungheresi, di forzare l'assedio della capitale nel febbraio del 1945. Tentativo fallito perché le truppe sovietiche non lasciarono varchi. Dalla fine degli anni Novanta viene celebrata questa ricorrenze che ha finito per raccogliere filonazisti anche dal resto d'Europa e che negli ultimi anni, da quando il sovranismo ha alimentato i movimenti di estrema destra, è stato teatro anche di scontri con antifascisti. Sempre più estremisti di destra fanno tappa su Budapest nei primi giorni di febbraio sapendo che la loro celebrazione sarà tollerata.

Solo nel 2022, per motivi di ordine pubblico, la celebrazione venne annullata.

Cosa rischia davvero

Ilaria Salis, convinta antifascista e attivista delle lotte per i diritti sociali, a volte definita anarchica, rischia fino a 24 anni di carcere dopo avere rifiutato un accordo su 11 anni. Si è sempre dichiarata non colpevole. Il processo è stato rinviato al 24 maggio dopo essere stato incardinato con l'apertura dell’istruttoria e le richieste probatorie: durante l'udienza l'italiana è stata portata in aula ammanettata, ai piedi una catena tirata da una sorvegliante. Un trattamento inumano medievale purtroppo in uso in Ungheria. Lo stesso trattamento, nonostante le proteste dell'Italia, le è stato riservato il 28 marzo durante l'udienza al termine della quale le sono stati negati gli arresti domiciliari in Ungheria. Nel frattempo un cittadino tedesco coimputato di Ilaria Salis è stato condannato a tre anni grazie a un rito immediato favorito dall'uomo che si è dichiarato colpevole.

Manette gate

Il caso di Ilaria Salis, rinchiusa inizialmente in un carcere con celle e situazioni indegne di un paese civile e quindi trasferita in strutture più idonee grazie alla pressione dei media e dell'ambasciata italiana, è deflagrato per quel trattamento con le catene che, secondo la difesa, viola il diritto europeo così come sono parsi illegittimi alcuni passaggi dell'iter processuale: ai difensori non è stata messa a disposizione la ripresa video della presunta aggressione. Mancava anche la traduzione in italiano dei capi d'imputazione. L'Hungarian Helsinki Commitee, organizzazione che difende i diritti dei detenuti, ha denunciato più volte il fallimento delle autorità ungheresi nell'adeguarsi alle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Inoltre Amnesty International ricorda che la decisione quadro del 2009 del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle 'misure alternative alla detenzione cautelare', che in questi casi prevede per il detenuto una serie di misure alternative, come i domiciliari, applicabili anche in attesa della sentenza. Inoltre giuristi sottolineano che «la Comunità europea ha stabilito la possibilità di ottenere gli arresti domiciliari nel proprio Stato, giustappunto perché non si verifichino disparità di trattamento tra cittadini europei, il cui pericolo di fuga non deve fungere da elemento discriminante». Èciò che motiva la richiesta, finora respinta, dell'ambasciata e dei difensori di Ilaria Salis di avere i domiciliari in Italia e di poter partecipare al processo in videoconferenza.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Aprile 2024, 16:38
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