"Il capobranco ai domiciliari a casa della Boldrini": bufera su un sindaco per il post su Facebook

"Il capobranco ai domiciliari a casa della Boldrini": bufera su un sindaco per il post su Facebook
«Potremmo dare loro gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso...». È la frase postata sulla propria pagina Facebook da Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea, sotto un'immagine che ritrae il capo del gruppo degli stupratori di Rimini. Camiciotti è vicino alla Lega. «Sono indignato per il silenzio della terza carica dello Stato. Quei quattro sono bestie, ma lo sarebbero anche se fossero italiani. Per chi si macchia di reati simili, aldilà dell'etnia, ci vorrebbe la castrazione chimica», dice.



La presa di posizione di Camiciottoli ha scatenato polemiche, tra accuse di razzismo ed auspici di una denuncia da parte della presidente della Camera. «Quella è la mia pagina personale, non quella del sindaco quindi ritengo di essere libero di scrivere quello che penso», ha detto Camiciottoli. «Ma al di là di questo aspetto non condivido la difesa della Boldrini di una immigrazione incontrollata che inevitabilmente porta a certi risultati, a volte il furto per fame, a volte lo stupro. Tra l'altro il capo branco pare fosse uno pseudorifugiato ospite di una cooperativa, il che ci pone degli interrogativi su quanto sia opportuno ospitare chiunque. Il punto è che l'immigrazione incontrollata porta a una serie di problemi, tra cui anche questi reati terribili». Camiciottoli, che è anche coordinatore dell'Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni), non è nuovo a prese di posizione fortemente polemiche: qualche anno fa fu il primo a promuovere il boicottaggio dell'Imu. 
 
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Settembre 2017, 19:44
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