Igor il russo a processo in Spagna: «Gravi problemi psichici, non è pentito di ciò che ha fatto»

Igor il russo a processo in Spagna: «Gravi problemi psichici, non è pentito di ciò che ha fatto»

di Enrico Chillè
'Igor il russo' a processo in Spagna, dentro una gabbia blindata perché ritenuto troppo pericoloso, anche alla luce delle ultime perizie psichiatriche. Secondo chi lo ha osservato quotidianamente negli ultimi mesi, il 38enne serbo arrestato in Spagna dopo una lunga fuga iniziata in Italia, avrebbe gravi disturbi comportamentali e non sarebbe affatto pentito delle proprie azioni.

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Il killer di Budrio, che per lunghi mesi è stato latitante e che in Italia affronterà a maggio il processo d'Appello, in questi giorni ha iniziato a comparire in aula a Teruel (Aragona) per il processo che lo vede imputato per due tentati omicidi e per i tre omicidi di cui è reo confesso: quelli di Victor Romero e Victor Jesus Caballero, agenti della Guardia Civil, e di José Luis Iranzo, un allevatore. In Italia, in primo grado, 'Igor il russo' era già stato condannato in contumacia all'ergastolo per gli omicidi, avvenuti nell'aprile del 2017, del ristoratore Davide Fabbri e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri. In quest'ultimo episodio, era stato anche ferito un collega di Valerio Verri: i due erano stati scambiati dall'imputato per due agenti di polizia.

Norbert Feher, questo il vero nome dell'uomo ricercato per lunghi mesi in Italia, è un 38enne serbo di origini ungheresi, ufficialmente senza residenza fissa. Una delle prime, false identità con cui era stato conosciuto dalle autorità era quella di Igor Vaclavic, nato il 21 ottobre 1976 e con nazionalità russa, da cui appunto deriva il soprannome con cui generalmente lo si identifica nelle cronache. Le indagini degli inquirenti italiani e spagnoli, tuttavia, hanno permesso di stabilire che l'uomo, nel corso degli ultimi anni, ha utilizzato almeno 23 falsi nomi con otto differenti nazionalità, compresa quella italiana di Ezechiele Norberto Feher. L'uomo era già ricercato da diversi anni dalla polizia serba per rapina e violenza sessuale, episodi che sarebbero avvenuti prima del 2006.



Dopo alcuni mesi di latitanza, in cui si era dato alla macchia in Italia, Norbert Feher era giunto in bicicletta in Spagna nel settembre 2017, stanziandosi in diverse località intorno a Valencia, dove aveva l'appoggio logistico di alcuni conoscenti, per poi recarsi a nord-ovest, nelle zone montuose intorno a Teruel, in Aragona. Qui l'uomo avrebbe compiuto diversi furti e rapine in abitazioni e fattorie della zona, durante le quali fu ucciso un cane. Nel corso del processo a Teruel, 'Igor il russo' è comparso in aula sorridente e davanti ai fotografi ha lanciato segni di vittoria. Davanti ai giudici, l'uomo ha confessato tutti i reati di cui è accusato: il ferimento di due uomini nel corso di una rapina, il 5 dicembre 2017, e i tre omicidi avvenuti il 14 dicembre. In quei nove giorni, Norbert Feher aveva vissuto sui monti, come confessato da lui stesso: «Avevo montato una tenda in cui tenevo le borse con tutte le mie cose. Sono un uomo molto religioso, leggevo la Bibbia quattro ore al giorno, mi godevo la natura e facevo foto». Il serbo, che tra pochi giorni compirà 39 anni, ha ammesso di aver avuto una formazione paramilitare in Russia e di essere «addestrato e pronto per la guerra».

In aula sono stati anche esposti i risultati delle diverse perizie psichiatriche a cui 'Igor il russo' è stato sottoposto dopo il suo arresto. Secondo le relazioni, l'uomo soffre di disturbo bipolare paranoide di personalità, disturbo antisociale grave e altre patologie psichiche, che richiederebbero la somministrazione di trattamenti psicofamarcologici, rifiutata però da Norbert Feher. «Ne avrebbe assolutamente bisogno, ma il paziente non ha alcuna coscienza delle proprie patologie, è inquietantemente freddo e non prova alcun pentimento per ciò che ha fatto» - segnalano gli psichiatri incaricati dalla Procura nella relazione - «Dal suo ingresso è sempre rimasto isolato e non parla con nessuno. Quando viene interpellato accetta di parlare e si mostra apparentemente corretto e molto educato, ma è evidente il delirio messianico in un contesto di disinibizione, con disforia cronica e sfiducia di tutte le persone».

'Igor il russo' è stato monitorato costantemente ogni giorno sin dal 18 dicembre 2017, il primo passato in carcere a Zuera (Saragozza), dove era stato portato dopo il suo arresto: l'uomo non aveva mai lasciato la cella né aveva parlato con altri carcerati, passando il tempo a leggere vari libri, tra cui la Bibbia, ma anche fumetti. Sottoposto a vigilanza speciale e costante, in isolamento, alla fine della scorsa estate aveva minacciato alcuni agenti penitenziari, proclamando: «Prima o poi, quando meno ve lo aspetterete, qui succederà qualcosa di importante». Dopo quell'episodio, l'uomo era stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Teixeiro (La Coruña), nel Nord della Spagna.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Gennaio 2020, 15:49
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