Igor il Russo, respinto il ricorso dei figli di una delle vittime: ecco cosa è successo

Igor il Russo, respinto il ricorso dei figli di una delle vittime: ecco cosa è successo
La Corte europea dei diritti umani ha respinto il ricorso presentato dai figli di una delle vittime di Norbert Feher, il killer di Budrio noto col soprannome di Igor il Russo. Francesca ed Emanuele Verri, figli di Valerio Verri, la guardia ecologica uccisa l'8 aprile 2017, si sono visti respingere il ricorso presentato contro lo Stato italiano nell'agosto 2018.

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Nel ricorso presentato i figli di Verri, rappresentati dall'avvocato Fabio Anselmo, affermano che lo Stato ha violato il diritto alla vita del padre sotto il profilo sostanziale e procedurale, ma la Corte di Strasburgo ha dichiarato le ragioni del ricorso "infondate". Il legale dei figli di Valerio Verri ha commentato così la sentenza: «A dir poco sorprendente, non viene contestata la nostra ricostruzione dei fatti né viene introdotto alcun elemento di fatto in più rispetto a quelli da noi rappresentati. La sentenze dice che sarebbe stata 'irragionevole e sproporzionata' la sospensione dal servizio delle 'guardie ecologiche volontarie', ammettendo così esplicitamente che ciò avrebbe evitato la morte del povero Valerio Verri. In buona sostanza, l’interruzione di quel servizio nella 'zona rossa', che la Corte rileva essere particolarmente ampia con un perimetro di 40 km, non valeva la protezione della vita di Valerio Verri anche perché era provato che 'Igor il russo non aveva un bersaglio determinato'.
Circostanza quest’ultima che non mi pare potesse essere per nulla tranquillizzante
».

Il legale Fabio Anselmo ha poi aggiunto: «Secondo la Corte non sarebbe valsa la pena interrompere un servizio di pattugliamento volontario perché sarebbe stato un atto 'sproporzionato'. La Corte non precisa in alcun modo quale possa essere in concreto il criterio del giudizio di proporzione che è stato adottato. Ricorre la memoria di quanto disposto il 1 settembre 2019 a Piacenza dopo la sola iscrizione Massimo Sebastiani nel registro degli indagati del registro volontario: vennero sospese temporaneamente le battute di ricerca dei volontari, protezione civile, vigili del fuoco e soccorso alpino, mentre restarono impegnate sul campo le forze dell’ordine coordinate dai Carabinieri, si disse che seppur in astratto, si riteneva Sebastiani un assassino, quindi una persona pericolosa e solo chi era addestrato a farlo poteva ricercarlo e nel caso affrontarlo».

L'avvocato dei figli di Valerio Verri, una delle vittime di Igor il russo, ha poi premesso di dover fare una considerazione decisamente amara: «Da un certo punto di vista, posso dire che la sua morte è servita a qualcosa. Ricordo che sul cellulare della polizia provinciale, durante i pattugliamenti, vi era la foto segnaletica sulla chat istituzionale di Igor il Russo. Ora valuteremo i successivi passi».
Ultimo aggiornamento: Sabato 21 Dicembre 2019, 17:24
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