Generale Vannacci: «Ho ragione io, non mollo». Forza Nuova gli propone di candidarsi

C'è chi continua a chiedere che venga espulso dall'Esercito, chi lo definisce "patriota", chi gli dedica un hashtag che in poche ore diventa trend su Twitter

Il generale Vannacci: «Ho ragione io, non mollo». Forza Nuova gli propone di candidarsi

di Redazione web

«Ho ragione io, e non mollo, vado avanti». Il generale Vannacci, dopo la notizia della destituzione dal comando dell'Istituto geografico militare per le frasi contro gay, migranti e femministe nel suo libro "Il mondo al contrario", non fa passi indietro. In un'intervista a Il Giornale d'Italia, Vannacci spiega quelle frasi che hanno scatenato le polemiche: «Una delle frasi più contestate è "omosessuali, non siete normali", con la quale mi hanno messo a ludibrio di tutta la gente. La riflessione che facevo stanotte, perché in queste notti non sto dormendo tanto, che mi piacerebbe far uscire, che tira in ballo l'istituzione liberale dello Stato e una delle più amate, è questa: ma se io avessi detto "cari carabinieri non siete normali, fatevene una ragione", il comandante generale dei carabinieri mi avrebbe denunciato in quanto offensivo?».

La polemica e la proposta di Forza Nuova

C'è chi continua a chiedere che venga espulso dall'Esercito, chi lo definisce "patriota", chi gli dedica un hashtag che in poche ore diventa trend su Twitter. Il generale Roberto Vannacci e il suo libro "Il mondo al contrario" continuano a suscitare polemiche e ora arriva anche chi gli offre un seggio in Parlamento. È il leader di Forza Nuova Roberto Fiore, che gli ha proposto la candidatura alle elezioni suppletive di Monza per il seggio vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Sarebbe «un atto di coraggio che lombardi ed italiani apprezzerebbero - dice il segretario del movimento di estrema destra - nella speranza che sia contro la guerra e contro la follia vaccinale». Un'evidente provocazione nella stessa giornata in cui gli utenti dei social sono corsi in difesa del generale per proteggerlo dalle critiche, per esprimere «piena solidarietà».

I commenti

Così in poche ore l'hashtag «#IostoconVannacci» è entrato in tendenza su X, l'ex Twitter, con quasi 14mila post. «Onore a chi per le proprie idee è disposto a sacrificare il proprio lavoro e la propria posizione», si legge in un tweet che conta centinaia di ricondivisioni e migliaia di «mi piace». «Non ha commesso nessun reato», scrive poi un utente.

Qualcuno lo vuole, quindi, in politica «sarebbe una speranza per gli elettori di destra e centrodestra», commentano. C'è chi scrive che «la libertà di espressione deve restare garantita». Per qualche utente il generale «è il vero eroe italiano», per altri va difeso perché «dice la verità». Non tutti i post però vanno nella stessa direzione.

Diversi utenti decidono di usare l'hashtag per esprimere il proprio dissenso. «Quelli che #iostoconVannacci conoscono i reati di discriminazione?», si legge. C'è poi chi lo usa come «strumento di ricerca» per individuare chi «bloccare o silenziare». «È l'ennesimo hashtag da utilizzare come censimento per quelle persone che non meriterebbero il diritto di voto», scrive un utente. Non manca nemmeno chi sfrutta il trend per commentare fatti di cronaca o chi crea immagini usando l'intelligenza artificiale accompagnate sempre da #iostoconVannacci. E sulla vicenda torna anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, con una lunga nota in cui respinge gli attacchi che sono arrivati da sinistra e, soprattutto, da destra. «Non c'è stata nessuna "punizione" preventiva e nessun desiderio di "giustizialismo" da parte del Dicastero o del ministro». L'avvicendamento nell'incarico alla guida dell'Istituto geografico militare di Firenze, prosegue, è stata «una scelta autonoma effettuato dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito» che è intervenuto in merito alle polemiche. Dal generale prende le distanze anche il capo di Stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: «Si tratta del pensiero di un singolo, che non riflette i valori su cui si fonda il servizio, in patria e all'estero, del personale militare e civile delle forze armate». Anche il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, ha commentato la vicenda. «L'Esercito, che ha delle giuste regole stringenti, anche su sollecitazione del ministro, ha fatto partire un esame disciplinare - spiega - Alcune associazioni hanno pure annunciato esposti e quindi anche la Magistratura dovrà vagliare le parole nel suo libro. Ho letto che al Partito democratico non basta. Ecco, questo lo trovo particolarmente sgradevole». Secondo Donzelli «non spetta al Pd decidere cosa si può scrivere o non scrivere nei libri». E che «in una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti, né del governo né di un partito di minoranza».


Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Agosto 2023, 09:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA