Coronavirus, pronta la Fase-2: prima le aziende, poi i cittadini. Il tavolo Conte-scienziati

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di Giammarco Oberto
Il mantra è: quando? Sulla Fase 2 - la graduale riapertura dell’Italia - è al lavoro la task force di scienziati che indicherà al governo il percorso da seguire per evitare possibili recrudescenze del virus che ci ha messi in ginocchio. Ieri Conte ha avuto una riunione preliminare in videoconferenza con il comitato tecnico-scientifico. Che ha ribadito: gradualità, grandissima prudenza o gli sforzi fatti andranno vanificati. Per Conte il lockdown va fatto in due step: prima le aziende, poi i cittadini.

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Per la Fase 2 una data certa ancora non c’è. Solo un’ipotesi di lavoro: 4 maggio. Tutto sta nell’indice di trasmissione del coronavirus, il cosiddetto R con zero: indica quante persone può infettare ogni contagiato. Quando sarà a zero, potremo dire di esserci lasciati l’incubo alle spalle, «ma ci vorranno mesi» ha già messo in guardia il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Oggi oscilla tra 1 e 1,1: un malato ne contagia un altro. Per cominciare a riaprire qualcosa l’indice deve scendere a 0,5. I dati - calo dei ricoveri del 90% in una settimana - fanno sperare. Ma di certo, passeremo a casa i Ponti del 25 aprile e del Primo maggio.

L’ultimo decreto Conte scade il 13 aprile. Tra venerdì e sabato è atteso un nuovo decreto, sulla base dei numeri freschi della curva di contagio. In ogni caso, quando entreremo nella Fase 2, nulla sarà più come prima. Il divieto di assembramento resta, la socialità limitata resta, l’obbligo di usare protezioni resta. La Fase 2 - sottolinea Palazzo Chigi - non è un “tana libera tutti”. Ma una fase di convivenza delicata con il virus.

LE AZIENDE. Primo obiettivo, la riapertura delle piccole e medie imprese, seppur con criteri rigorosi a tutela della salute dei lavoratori. Subito dopo Pasqua, martedì 14, il governo non esclude la riapertura di alcuni comparti produttivi. In cima alla lista delle urgenze ci sono le aziende legate alla filiera del settore alimentare e della produzione agricola. Da giorni la Coldiretti segnala l’urgenza della raccolta delle primizie di primavera nei campi: dagli agrumi della Calabria agli asparagi pugliesi alle mele del Piemonte dagli asparigi pugliesi alle pesche romagnole. Tutto fermo nell’agricoltura che da nord a sud si affida agli stagionali per la raccolta. Molti sono stranieri, spesso itineranti in base al lavoro nei campi. Il tempo stringe: o si raccoglie o si buttano i raccolti. Oltre alla agricoltura, è possibile che già nella settimana dopo Pasqua avranno luce verde per ripartire anche le aziende che possono garantire lo smart working, limitando al minimo le presenze negli uffici e sempre rispettando la distanza di almeno un metro tra le scrivanie. L’uso dei dispositivi di protezione dovrà essere sempre garantito.

I NEGOZI. Difficile prevedere ora un’apertura per i grandi centri commerciali, quelli dei riti collettivi del weekend per migliaia di consumatori. Per gli altri negozi è invece possibile una riapertura già a inizio maggio. Ma resteranno le regole in vigore oggi per i supermercati, gli alimentari e le farmacie: ingressi scaglionati dei clienti e all’interno del locale una distanza garantita di almeno un metro tra le persone. Non è ancora chiaro se l’apertura avverrà per tutti i settori contemporaneamente o per settori. Ipotizzabile che gli ultimi a riaprire siano quelli che prevedono contato tra le persone, come i parrucchieri o i saloni di bellezza. Di certo non torneranno le vecchie abitudini, come “lo struscio” nelle vie dello shopping o gli assalti ai negozi nei giorni dei saldi o delle promozioni. Nulla sarà più come prima, per mesi.

EVENTI. In tema di riaperture, è la questione più spinosa. Come fare ripartire tutti quegli eventi che richiamano migliaia di persone? Vedremo ancora le folle ai concerti, gli spalti affollati degli stadi, le piste da ballo gremite delle discoteche, i convegni, i saloni, le fiere? Potranno riaprire tutte quelle attività per cui il rispetto della distanza sociale non può essere garantito? La risposta è sì, ma solo quando l’indice di contagio sarà pari a zero. E quindi si prevede che il divieto di assembramento in vigore in questa prima fase di contenimento dell’emergenza durerà ancora a lungo. Di certo prima dell’estate non se ne parla. Una situazione che riguarda anche cinema e teatri. In questo caso nelle sale la distanza è facile da rispettare: si occupa una poltrona sì e due no. Ma il problema sono le file all’esterno e alle casse. Il governo è al lavoro per trovare una soluzione che non danneggi ulteriormente un settore già piegato. Uno dei primi requisiti per riaprire saranno gli impianti di aereazione, che dovranno garantire la purezza degi ambienti.

BAR E RISTORANTI. Per i bar e i ristoranti la possibile apertura ancora non si vede. Si potrebbe ipotizzare dopo la metà di maggio, comunque quando l’indice di trasmissione del nuovo coronavirus scenderà verso lo 0,5. Il problema per i locali è il contatto tra le persone. Ed infatti molti ristoratori stanno utilizzando queste settimane di chiusura forzata per riorganizzare e sistemare i locali. Per poter tornare a servire i clienti, infatti, dovrà essere sempre garantita la distanza di almeno un metro tra il personale e i clienti, ad esempio al bancone del bar. Nelle sale è prevista una distanza anche maggiore tra i clienti: i tavoli devono essere collati ad almeno due metri l’uno dall’altro per garantire che il passaggio dei camerieri - che dovranno sempre indossare guanti e mascherine - avvenga almeno a un metro dagli avventori. Le regole valgono anche per i locali all’aperto.

I TRASPORTI. Quando tutti potremo tornare a circolare, un nodo chiave sarà quello dei trasporti.
Tram, bus e metro dovranno rimanere “a bassa frequentazione”: si devono evitare gli assembramenti sulle carrozze o sulle banchine. L’ora di punta è un concetto da superare. La difficile sfida per tutte le municipalizzate che guidano i trasporti cittadini è trovare il modo di intensificare i controlli anche quando l’affluenza dei cittadini aumenterà. Potrebbe essere ripristinata la figura del controllore fisso a bordo, per far rispettare la distanza: bisognerà utilizzare solo un sedile ogni due, e se a bordo c’è già un certo numero di persone, non farne salire altre. Stessa regola per i treni.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:04
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