Suicidio assistito, donna va a morire in Svizzera: «Era depressa per la morte del figlio». Il marito lo scopre con una mail nello spam

Al marito della donna è arrivata dalla clinica una mail, a suicidio avvenuto, che è finita nello spam della cassetta di posta elettronica dell'uomo

Suicidio assistito, donna va a morire in Svizzera: «Era depressa per la morte del figlio». Il marito lo scopre con una mail nello spam

di Redazione web

Una donna di 55 anni, di Torino, non è riuscita a sopportare la morte del figlio adolescente causata da una malattia degenerativa. Da lì la depressione ha avuto la meglio e la donna si è rivolta a un'associazione in Svizzera per il suicidio assistito ed è morta lo scorso 12 ottobre.

I familiari non sono stati coinvolti, tranne per il fatto che un'ora prima della morte, il suo avvocato ha ricevuto un sms da un numero anonimo, con le ultime volontà: «Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l'urna con le ceneri di nostro figlio».

Il retroscena

La donna, che secondo Repubblica si chiamerebbe Marta, aveva un impiego in ambito scientifico a Torino. Marta dopo il lutto era in cura da uno psichiatra. Ma ha nascosto la sua scelta ai familiari, che non sono stati in alcun modo coinvolti dagli operatori svizzeri. Marta, infatti, nel frattempo aveva proseguito nel suo percorso, portando avanti le pratiche e pagando i 10.700 euro all'associazione. Quindi aveva affrontato l'ultimo viaggio da sola, all'insaputa del marito e dei familiari.
 

La mail post suicidio

Al marito della donna è arrivata dalla clinica una mail, a suicidio avvenuto, che è finita nello spam della cassetta di posta elettronica dell'uomo.

Alcuni giorni dopo gli è stata recapitata l'urna con le ceneri con un certificato di morte senza riportare una causa. La vicenda viene raccontata dal quotidiano la Repubblica.

A quanto si legge sul giornale «già a luglio - ricostruisce il marito, imprenditore che risiede in Canada per lavoro - mia cognata aveva scoperto che Marta stava andando in una clinica svizzera nella quale si pratica il suicidio assistito. Abbiamo raggiunto Marta - aggiunge - e l'abbiamo fatta ragionare. Ci aveva tranquillizzati, assicurandoci di avere accantonato l'idea».

La clinica, viene riportato, è a Basilea e il marito e la sorella di lei avevano cercato invano di contattarli per spiegare che nel gennaio del 2023 era morto il figlio adolescente per una malattia degenerativa, quindi la donna era seguita da uno psichiatra.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2024, 20:28
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