Coronavirus,756 morti e 646 guariti in un giorno: i malati in Italia sono 73.880

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di Simone Pierini
Sono altre 756 le vittime registrate nelle ultime ventiquattro ore per conseguenze derivate dal coronavirus. Ieri il dato era di 889. È quanto ha diramato il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli. I casi Covid-19 accertati in Italia dall'inizio dell'emergenza sono ora 97.689 (5.217 in più rispetto a ieri), di cui 10.779 morti e 13.030 guariti, 646 nelle ultime 24 ore. Il numero di attualmente positivi nel nostro Paese è di 73.880 persone, ieri era di 70.065, con un aumento di 3.851. Ad oggi dall'inizio dell'epidemia sono stati effettuati 454.030 tamponi, 24.504 in un giorno. Nelle 24 ore precedenti ne sono stati effettuati 35.447. 

Sono 3.906 i posti letto occupati nelle terapie intensive, ieri erano 3.856, 50 in meno. Di questi, 1.328 sono in Lombardia. Dei 73.880 malati complessivi, 27.386 sono poi ricoverati con sintomi e 42.588 sono quelli in isolamento domiciliare.

BORRELLI: «A BREVE ORDINANZA BUONI SPESA» 

«Firmerò l'ordinanza a breve, ora è alla bollinatura alla Ragioneria di Stato, sarà immediatamente operativa». Così il capo della Protezione civile Angelo Borrelli in conferenza stampa sul provvedimento a sostegno dei più indigenti. «Prevede una ripartizione sulla base del criterio della popolazione e del rapporto tra indice di reddito del Comune e il valore medio nazionale - ha aggiunto -. C'è un contributo che viene dato, c'è la possibilità di aggiungere donazioni ai Comuni per solidarietà. Si tratta di buoni spesa per derrate alimentari, la gestione sarà a cura dei servizi sociali, i Comuni potranno avvalersi anche di Enti del terzo settore». 

BORRELLI: «SCONTRO CON REGIONI? NORMALE DIALETTICA»

«Credo che sia una normale dialettica che c'è quando si tratta di discutere di quella che è la distribuzione» delle mascherine. Così il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha risposto a chi gli chiedeva un commento sullo scontro tra governo e regioni per quanto riguarda l'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. «Ieri c'è stata una riunione per i nuovi criteri di distribuzione e il commissario Arcuri ha convenuto sulle scelte delle Regioni - ha aggiunto - Si è trovata soluzione condivisa che è quella di tener conto anche del personale sanitario e non solo dei pazienti». Borrelli ha poi ribadito che la scorsa settimana «è stata la più impegnativa» sul fronte dell' approvvigionamento dei materiali, «perché avevamo un numero limitato mascherine. Stiamo lavorando nella consapevolezza che le mascherine sono un bene prezioso ma anche anche scarso. E dunque stiamo incrementando la produzione nazionale, abbiamo potenziato le importazioni e si cominciano a vedere i risultati».

CTS: «GRANDI CAMBIAMENTI, MISURE FUNZIONANO»

Negli ultimi 3 giorni si è verificato un calo sia del numero delle vittime sia dei ricoveri in terapia intensiva, «grandi cambiamenti nell'ordine del 10-15%» che dipendono dalle «misure messe in atto» e da un «sistema sanitario che sta rispondendo». Lo ha detto il pneumologo e membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi in conferenza stampa. «Non dobbiamo fermarci ai numeri - aggiunge - ma sono dati che devono far riflettere e ci incoraggiano nel messaggio che con i nostri comportamenti salviamo delle vite».

CTS: «ANCORA PIÙ RIGIDI NEL RISPETTO MISURE»

«Mi associo all'importante messaggio del ministro Speranza, i dati sono un motivo per continuare a comportarci così, ma anche ad essere più stretti. Visti risultati dobbiamo essere ancora più convinti nel rispetto delle misure. La battaglia è molto lunga, non dobbiamo abbassare la guardia. In particolare il calo dei deceduti e dei ricoveri in terapie intensive danno dati solidi e concreti che si riflettono sulla vita dei cittadini». Così il professor Luca Richeldi, pneumologo del Comitato tecnico scientifico (Cts), in conferenza stampa alla Protezione civile.

CTS: «INEVITABILE IMPREPARAZIONE INIZIALE»

Sul coronavirus in Italia «c'è stata una impreparazione inevitabile iniziale: i primi dati molecolari ci dicono che circolasse in Italia i primi giorni di gennaio e il primo caso diagnosticato è del 20 febbraio. Eravamo impreparati, non è colpa di nessuno ed è inutile recriminare». Così il professo Luca Richeldi del Comitato tecnico scientifico (Cts) in conferenza stampa alla Protezione civile. Secondo lo pneumologo «ci siamo trovati di fronte a una situazione senza precedenti, a un virus sconosciuto fino a 3 mesi fa».

«Covid non c'era, non era stato segnalato in alcun Paese extra Cina. Quando è arrivato, il sistema ha dovuto prepararsi in maniera straordinariamente rapida a un evento catastrofico, su una popolazione molto piccola - ha spiegato Richeldi a margine interpellato dall'ANSA Fortunatamente, le misure del governo hanno dato tempo anche agli altri. Ci siamo trovati di fronte a un'emergenza sanitaria che è stata catastrofica, imprevedibile, ed ha impattato su una popolazione anziana e fragile. Se non avessimo il sistema sanitario che abbiamo, se non avessimo chiuso le scuole, forse davvero avremmo avuto i numeri delle grandi epidemie del passato. E rimane il punto interrogativo su quanti morti ci siano stati in Cina»

«I dispositivi di protezione individuale sono una base indispensabile per la protezione degli operatori, ma nelle ultime settimane gli ospedali si sono dotati anche di percorsi dedicati. Non ci aspettavamo così tanti malati e il virus ci ha trovato sguarniti negli ospedali, ora ci sono percorsi pre definiti per i pazienti Covid. Percorsi e procedure sono importanti quanto i dispositivi». Così Luca Richeldi, pneumologo del Comitato tecnico scientifico (Cts) in conferenza stampa alla Protezione civile Angelo Borrelli in conferenza stampa.

CTS: «CHIUSURA SCUOLE HA SALVATO 3/4 ITALIA»

«Con la chiusura tempestiva delle scuole abbiamo salvato tre quarti dell'Italia», in particolare il centro Sud, da una diffusione del coronavirus analoga a quella delle regioni più colpite del Nord. Così Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute, conversando con i giornalisti dopo la conferenza stampa alla Protezione civile. «I bambini sono un notevole vettore di contagio», ha spiegato Richeldi. «Il ministro della Salute e il presidente del Consiglio hanno chiuso le scuole nonostante i bambini non fossero colpiti dal virus - ha osservato Richeldi -, (in quel momento) c'erano un pò di casi a Codogno e un pò di casi a Lodi, avevano chiuso lì» con l'istituzione delle zone rosse. «Con quel provvedimento abbiamo salvato tre quarti d'Italia», ha aggiunto.


I DATI REGIONE PER REGIONE

Dai dati della Protezione civile emerge che sono 25.392 i malati in Lombardia (883 più di ieri), 10.535 in Emilia-Romagna (+571) 7.251 in Veneto (+338), 7.268 in Piemonte (+417), 3.160 nelle Marche (+161), 3.786 in Toscana (+275), 2.279 in Liguria (+193), 2.362 nel Lazio (+181), 1.556 in Campania (+149), 1.141 in Friuli Venezia Giulia (+21), 1.293 in Trentino (+59), 1.034 in provincia di Bolzano (+105), 1.432 in Puglia (+74), 1.330 in Sicilia (+88), 1.169 in Abruzzo (+142), 897 in Umbria (-1), 539 in Valle d'Aosta (+71), 582 in Sardegna (+13), 577 in Calabria (+54), 100 in Molise (+2), 197 in Basilicata (+19).

Quanto alle vittime, se ne registrano 6.360 in Lombardia (+416), 1.443 in Emilia-Romagna (+99), 392 in Veneto (+30), 684 in Piemonte (+67), 386 nelle Marche (+22), 215 in Toscana (+17), 377 in Liguria (+19), 117 in Campania (+8), 136 nel Lazio (+12), 98 in Friuli Venezia Giulia (+11), 86 in Puglia (+15), 64 in provincia di Bolzano (+0), 65 in Sicilia (+8), 88 in Abruzzo (+12), 31 in Umbria (+3), 43 in Valle d'Aosta (+2), 129 in Trentino (+9), 25 in Calabria (+4), 27 in Sardegna (+1), 9 in Molise (+0), 4 in Basilicata (+1). I tamponi complessivi sono 454.030, dei quali oltre 254mila in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.




 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 13:32
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