Coronavirus, il neurologo: «È il momento per il piano B: fare le cose che abbiamo sempre desiderato fare»

Coronavirus, il neurologo: «È il momento per il piano B: fare le cose che abbiamo sempre desiderato fare»

di Lorena Loiacono
Italiani sotto stress: da settimane chiusi in casa per l'epidemia da Covid-19, senza le vecchie abitudini di ieri e con la paura di quello che potrebbe accadere domani.
Rosario Sorrentino, neurologo del San Raffaele Resnati di Milano, com'è lo stato d'animo degli italiani?
«Ho purtroppo la sensazione che si stia sottovalutando quello che potrei definire l'epidemia nell'epidemia».
Cioè?
«Un'epidemia parallela: la paura. Quello che sta accadendo ha smantellato le nostre abitudini che scandiscono il ritmo delle giornate e danno equilibrio e armonia alla nostra vita. Quello che ci troviamo a fronteggiare ci sta dimostrando ancora una vota che l'uomo contemporaneo, civile e in possesso del progresso e della tecnica, non ha gli anticorpi culturali e sociali per affrontare la paura».
Come si affronta la paura?
«Il fattore P, la paura, come un virus sta infettando il nostro equilibrio: dobbiamo cambiare e rilanciare il nostro paradigma della paura che, in queste circostanze, addirittura ci è amica».
In che modo?
«Se la utilizziamo in modo cosciente e consapevole, la paura ci trasferisce un flusso di idee per imparare a comportarci con responsabilità, lucidità e saggezza. Inoltre spalanca le porte alla più importante qualità che abbiamo: la resilienza, con cui adottare quel famoso piano B che non ci fa soccombere ma, anzi, ci fa risalire e tornare più forti di prima».
Qual è l'atteggiamento giusto?
«Dobbiamo smetterla di dire non abbiamo paura. È sbagliato, noi abbiamo paura e, se la utilizziamo in modo cosciente, sarà proprio lei a salvarci. Anche quei sentimenti negativi che proviamo oggi, ci aiutano per il domani».
Come la rabbia?
«Sì, la rabbia va canalizzata attraverso un sentimento di forte motivazione e volontà: sfruttiamola per realizzare ed elaborare piccoli e grandi progetti».
Un modo per guardare al domani?
«Sì, per dirci che ce la faremo. Oggi siamo vivi e allora quante volte ci siamo detti se avessi tempo farei...? Bene, ora il tempo di fare le cose c'è: tiriamo fuori la fantasia e realizziamo i progetti».
Cosa potremmo guadagnarci?
«Potremmo imparare a riassaporare il piacere di vivere e anche quello di stare insieme: il coronavirus ci ha distanziato? No, in realtà ci ha avvicinato».
In che modo?
«Perché questo è il momento dell'empatia, viviamo tutti le stesse emozioni e finalmente ci possiamo capire: siamo tutti nel recinto? Sì, è vero ma è anche vero che ne usciremo insieme».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 08:47
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