Hanno confessato l'aggressione, che, però, a loro dire, sarebbe scattata dopo una provocazione, aggiungendo anche che non avevano alcuna intenzione di uccidere: è una versione dei fatti a cui il gip del Tribunale dei Minorenni di Napoli non ha creduto quella resa oggi, durante l'udienza di convalida, dai due sedicenni accusati dell'omicidio volontario e aggravato del 40enne ghanese Akwasi Adofo Friederick, il senza fissa dimora percosso a morte alcuni giorni fa a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli.
Strangola i figli neonati e li mette nel congelatore. Il marito: «Pensavo che avesse abortito»
Dai video: scarica di botte dopo un gesto cordiale
Il giudice ha convalidato il provvedimento di fermo emesso dal sostituto procuratore Raffaella Tedesco e disposto il trasferimento in un istituto penale minorile per i due ragazzi, entrambi di Pomigliano. Intanto dalle indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano emergono altri particolari: dai video acquisiti si evince che la scarica di botte subìte dal ghanese è stata preceduta da un gesto cordiale. I due ragazzi gli avrebbero «dato il cinque» prima di colpirlo, in sostanza avrebbero avuto un atteggiamento amichevole che non lasciava presagire le violenze.
Roberta Beta operata in ospedale, mostra la cicatrice sul viso: «Ringrazio la Madonna di Lourdes»
La difesa dei due minorenni: «Sono stati provocati»
Difesi dagli avvocati Edoardo Izzo e Umberto De Filippo i 16enni hanno invece sostenuto di essere stati provocati dal ghanese il quale, sempre secondo la loro versione dei fatti, avrebbe anche tentato di picchiarli.
Pomigliano intanto resta scossa per quello che la gente giudica un inaudito atto di violenza contro un uomo gentile, sempre cortese e sorridente, che si guadagnava da vivere portando i sacchetti della spesa in cambio di qualche spicciolo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Giugno 2023, 20:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA