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Bus precipitato dal viadotto, pm chiedono 10 anni per i vertici di Autostrade
Dieci anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e disastro colposo: questa la condanna richiesta dal Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, per Giovanni Castellucci, attuale amministratore delegato di Autostrade per l'Italia e altri undici dirigenti e dipendenti della società, imputati nel processo per la strage del bus in cui il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone, precipitate dal viadotto «Acqualonga» dell'A16 Napoli-Canosa.
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Secondo la procura di Avellino, gli esponenti di Autostrade sarebbero responsabili per la mancata manutenzione del viadotto le cui barriere cedettero sotto l'impatto del bus, facendo precipitare il veicolo nella scarpata sottostante. Le perizie depositate durante il processo - la cui attendibilità è stata contestata dai legali della società - hanno evidenziato la scarsa manutenzione delle barriere e dei «tirafondi» (i bulloni che bloccano i «New Jersey» alla sede stradale, ndr) che se non fossero risultati usurati avrebbero «derubricato al rango di grave incidente stradale» quello che ha invece causato la morte di 40 persone. Il cedimento delle barriere è stata una concausa dell'incidente: l'accusa ha puntato anzitutto l'indice, nella prima parte della requisitoria svoltasi il 5 ottobre, pure sulle cattive condizioni del bus, immatricolato nel 1985 e con ben 800mila chilometri percorsi, non sottoposto a regolare revisione.
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