Bankitalia, «il 60 per cento delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese»

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«Oltre il 60 per cento dei nuclei familiari» consultati nell'indagine della Banca d'Italia per misurare gli effetti della crisi Covid «dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia». I maggiori problemi sono riferiti laddove il capofamiglia è un lavoratore autonomo (65 per cento degli intervistati in questa categoria ) . Poco meno del 40 per cento delle famiglie riporta che negli ultimi dodici mesi si è verificato che il reddito familiare non fosse sufficiente a coprire le spese».

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Famiglie

«I comportamenti di consumo delle famiglie continuano a risentire dell'emergenza sanitaria». È quanto emerge dall'indagine straordinaria della Banca d'Italia secondo cui «per le famiglie che arrivano con difficoltà alla fine del mese la contrazione dipende in prevalenza dalle minori disponibilità economiche; per i nuclei più abbienti pesano soprattutto le misure di contenimento e la paura del contagio». Dall'indagine si rileva come «una quota significativa di famiglie ha risparmiato nel 2020: solo un terzo del risparmio accantonato lo scorso anno verrebbe speso nel 2021». 

Scuola

 «La Dad ha avuto ricadute marcate ed eterogenee tra le famiglie e gli studenti che, se non affrontate tempestivamente, potrebbero rivelarsi durature». È quanto rileva la Banca d'Italia nelle conclusioni di un'indagine sulle modalità di svolgimento delle lezioni durante la pandemia e l'impatto della Dad. «Da un lato - sottolinea - ha reso più rilevante per i processi educativi il contesto socio-economico delle famiglie, aumentando presumibilmente i divari negli apprendimenti e il rischio di dispersione scolastica», e «dall'altro potrebbe aver ampliato i divari di genere nella partecipazione al mercato del lavoro: sono le donne che hanno aumentato maggiormente il tempo dedicato ai carichi domestici durante la pandemia».

E «le ricadute potrebbero essere più marcate nelle regioni meridionali, in cui l'attaccamento femminile al mercato del lavoro è già basso e in media le scuole del primo ciclo sono state chiuse più a lungo». «La diffusione della Dad, soprattutto se prevede la semplice assegnazione di compiti da svolgere autonomamente a bambini piccoli, implica un marcato aumento dei carichi di cura per le famiglie», sottolinea Bankitalia. L'indagine ha rilevato infatti che nelle scuole elementari e medie tra marzo 2020 e febbraio 2021circa la metà delle ore di didattica a distanza sono state coperte con lezioni in «modalità asincrona», in cui cioè docenti e alunni non sono presenti contemporaneamente su una piattaforma digitale, ad esempio con lezioni registrate o compiti assegnati dall'insegnante da fare a casa, con un conseguente aumento del carico per le famiglie. Nelle scuole secondarie di II grado (le superiori), gran parte delle lezioni a distanza, l'80%, si è svolta invece in modalità sincrona. Più del 60% dei genitori di minori di 14 anni dichiara di aver accresciuto il tempo dedicato ad assisterli nello studio; di questi, quasi due terzi sostengono che l'aumento è stato significativo. Tra i genitori di figli nella fascia di età 14-17 anni, invece, due su tre dichiarano di non aver modificato il tempo destinato ad aiutarli con lo studio; solo il 15% sostiene che vi è stato un incremento significativo. Tutto questo, «potrebbe avere effetti marcati e non omogenei sugli apprendimenti, ampliando i già esistenti divari tra alunni provenienti da diversi contesti socio-economici», rileva l'indagine, non solo per la differente disponibilità di dispositivi elettronici, ma anche perché «genitori meno istruiti hanno probabilmente minori competenze per seguire nello studio i propri figli». «Si potrebbero pertanto creare divari difficili da colmare, con il rischio di un allontanamento dalla scuola per i ragazzi in condizioni di maggiore difficoltà», conclude lo studio.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Maggio 2021, 13:46
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