Marino: "Non sono indagato, ho 20 giorni per riflettere. Mai usati soldi pubblici per cose private"

Marino: "Non sono indagato, ho 20 giorni per riflettere"

di Franco Pasqualetti
ROMA - Tutti, o quasi, pensavano a una conferenza stampa di commiato. Per salutare la stampa romana e dare spiegazioni sul caso delle spese in Campidoglio. E in vece, ieri, poco prima di pranzo, Ignazio Marino ha spiazzato tutti con un colpo di scena: «Contro di me sono stati fatti esposti vergognosi. Ho lasciato il mio incarico per rispetto dell'Autorità giudiziaria, ora posso ripensarci: ne ho il diritto e la facoltà».





Parole che hanno suscitato nella sala delle Bandiere un sonoro ohhhhh di stupore. Marino, infatti, sta valutando la possibilità di ricomporre il governo a palazzo senatorio: Sel ha dato il suo appoggio e sono in molti i consiglieri comunali Pd pronti a sostenerlo. «Non ho mai, e dico mai, usato denaro pubblico a scopo privato semmai il contrario. A New York ho incontrato chi si occupa di housing sociale al termine della mia vacanza estiva e anche se gli incontri erano istituzionali mi sono pagato l'albergo da solo». E ancora: «Non sono indagato, sono solo persona informata dei fatti».



Poi ha elencato le giustificazioni alle spese, snocciolando dati, orari, persone. Una ricostruzione minuziosa che ha innescato un vero terremoto nel Pd romano.

Il motivo? I dem capitolini sarebbero pronti a votare l'eventuale fiducia a Marino, qualora ritirasse le sue dimissioni. Una decisione emersa nel vertice tra il presidente del Pd, Matteo Orfini, e i consiglieri di maggioranza: «La linea non cambia - ha detto Orfini - non si può andare avanti». Ma la risposta è stata da thriller: «Marino ha fornito le sue giustificazioni, eravamo disposti a sfiduciarlo ma le condizioni sono cambiate: non ce la sentiamo di fare il gioco della destra».



Uno schiaffo alle direttive di partito che potrebbe aprire scenari impensabili fino a ieri. Orfini, uscito imbufalito dalla riunione ha subito informato Renzi dell'accaduto. Oggi è previsto un incontro tra i due a Palazzo Chigi. Certo è che la vicenda in Campidoglio è in continuo fermento e Marino, al momento, sembra aver mosso le pedine giuste per mettere sotto scacco il Pd.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2015, 07:27
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