Una madre e il suo fidanzato prete condannati per aver ucciso la figlia di tre anni

Una madre e il suo fidanzato prete condannati per aver ucciso la figlia di tre anni

Nicola Priest, 23enne, è stata condannata per aver ucciso sua figlia di tre anni, con la complicità del fidanzato, il prete Callum Redfern, 22enne. 

Leggo - Laila morta sul lavoro, sul telefonino aveva segnalato i guasti. Il compagno: «La fustellatrice si bloccava»

Si è chiusa il 5 agosto, la tragedia della piccola Kaylee-Jayde Priest che è stata trovata morta il 9 agosto dello scorso anno nell'appartamento di Solihull, in UK. La bambina è deceduta per gravi lesioni toraciche e addominali. 

In un filmato diffuso dalla CCTV si vedono immagini fredde e distaccate della piccola Kaylee-Jayde Priest e di sua madre che vanno e vengono dalla loro casa a poche ore prima della morte di Kaylee-Jayde.

Come dichiara la Birmingham Crown Court, gli esami medici fatti sul corpo della piccola hanno mostrato che aveva anche subito lesioni profonde tra cui costole rotte, fratture della parte inferiore della gamba e uno sterno rotto. Secondo quanto riportato, la madre avrebbe colpito Kaylee alla testa, mentre il fidanzato piangeva e urlava: «Dirò solo che è caduta dal letto», come hanno testimoniato alcuni vicini.

Priest e Redfern erano legati da una relazione sessuale, per cui erano spesso sotto lo stesso tetto. Alcuni vicini di casa hanno affermato di aver notato che «quando Kaylee piangeva, la risposta sembrava essere quella di soffocare il suo pianto con la musica».

Come riporta la BBC News, ad incastrare la coppia sarebbero stati anche una serie di scambi di messaggi di testo il 24 luglio dello scorso anno, pochi giorni prima della morte della bambina, Priest ha scritto a Redfern: «La ucciderò...

la schiaffeggerò, perché continua a camminare in soggiorno o ad andare in cucina» e Redfern ha risposto: «Bene, dagliene un po' da parte mia».

Dal momento in cui la madre si è trasferita nell'appartamento a metà del 2019, i vicini l'hanno sentita gridare con regolarità verso sua figlia: «Sta' zitta, vattene o lasciami in pace».

La madre è stata anche dichiarata colpevole di crudeltà verso un minore, in relazione alle ferite prodonde sul corpo della bambina. Contrariamente, invece, Redfern è stato scagionato da tale accusa.

In una dichiarazione rilasciata dalla polizia dopo i verdetti, la nonna di Kaylee, Debbie Windmill, ha affermato: «Non potrà mai smettere di fissare il sorriso sul suo bel viso». E ha aggiunto di attendere con ansia il momento in cui la nipote avrebbe indossato la sua divisa prescolastica: «Non vedevo l'ora di vedergleila addosso, ma questa opportunità mi è stata rubata nel modo più brutale».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Agosto 2021, 19:42
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