Stupra la ex e la uccide con 111 coltellate. «La mamma della 23enne scopre che è libero dopo un anno di carcere dalle foto delle grigliate»

L'ex fidanzato l'ha torturata per ore, l'ha stuprata e poi uccisa: sul corpo della giovane vittima 111 ferite da arma da taglio, lividi e fratture. Putin gli ha concesso la grazia

Stupra la ex e la uccide con 111 coltellate. «La mamma della 23enne scopre che è libero dopo un anno di carcere dalle foto delle grigliate»

di Lee Gotti

Vera Pekhteleva, 23enne russa, nel 2020 termina la relazione con il suo fidanzato, Vladislav Kanyus. Due mesi dopo si danno appuntamento nella casa dove hanno vissuto insieme, lei deve raccogliere le sue cose rimaste lì. Dopo mezz'ora le prime urla. I vicini chiamano la polizia per otto volte, non arriverà mai, racconta Cecilia Sala per Chora Media. «Questa è una disputa familiare, non è compito nostro» si sentono rispondere. Riescono a trovare il numero del fratello di Vera. Arriva di corsa, sfonda la porta. Per terra il sangue, Vladislav seduto in bagno a bere Vodka. Disteso c'è il corpo di Vera. Le verrano trovate 111 ferite da arma da taglio, lividi e varie fratture. L'ex fidanzato l'ha torturata per ore, l'ha stuprata e poi uccisa. Secondo lo zio di Vera, che ha parlato con i vicini, dai primi rumori alla sua morte darebbero passate 12 ore. Un'agonia immensa. In Russia è passato come uno dei femmincidi più sadici di sempre.

L'assassino viene liberato

Vladislav Kanyus verrà condannato a 17 anni di carcere per le torture, lo stupro e l'omicidio della sua ex fidanzata Vera. Dopo 9 mesi, quest'anno, la madre di Pekhteleva ha ricevuto due fotografie da un account anonimo su WhatsApp. Mostravano un uomo in divisa militare ed erano accompagnati da un messaggio: “Kanyus è libero e combatte in Ucraina”, rivela il Guardian.

“Non potevo credere ai miei occhi, ho cercato di calmarla, ho provato a dirle che non era lui, era Photoshop.

Ma abbiamo subito capito che era proprio lui”, ha detto in un’intervista telefonica Vladimir Pekhtelev, lo zio di Vera.

Come spiega l'attivista per la difesa dei diritti umani Alyona Popova il padre di Vera Pekhteleva ha ricevuto una risposta dalla procura che il suo assassino era stato graziato con decreto del presidente Putin. "Con decreto del Presidente della Federazione Russa del 27 aprile 2023 Kanyus V.R. graziato con rilascio il 28 aprile 2023 da ulteriori punizioni e dalla rimozione della fedina penale" si legge nel documento.

«Le foto delle grigliate»

Dopo 6 mesi di servizio si scopre che lui è tornato a casa e ora è libero. La foto la mette lui stesso sui social. Lui è in uniforme, gli amici sono a petto nudo e hanno l'aria da duri. A farla girare è stata ancora una volta l'attivista Popova. «Eccolo qui, che pubblica foto da un barbecue e si gode la vita», sono le parole di Popova riportate dalla Novaya Gazeta Europe.

La grazia di Putin

Secondo gli attivisti per i diritti umani, quest’anno il Ministero della Difesa russo ha arruolato circa 100.000 persone perlustrando le colonie carcerarie e offrendo consistenti sconti di pena a persone condannate per alcuni dei crimini più raccapriccianti del paese, riporta il Washington Post.

Pochi giorni dopo che la grazia di Kanyus aveva fatto notizia, è arrivata la notizia che un ex agente di polizia condannato per il suo ruolo nell'omicidio del 2006 di Anna Politkovskaya, la giornalista che criticava Vladimir Putin, è stato graziato dal presidente russo dopo aver scontato sei mesi di servizio militare in Ucraina.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Novembre 2023, 10:38
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