
Knox ha scritto di avvertire un «malinconico senso di déjà vu», sottolineando che gli inquirenti hanno cercato di dipingere Carter come una 'femme fatalè: un chiaro riferimento alla sua vicenda, conclusasi con un'assoluzione in Cassazione dall'accusa di omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, a Perugia, dopo aver trascorso quattro anni in carcere.

Knox, ammettendo che non è facile provare simpatia per Carter, ha ricordato che la stessa ragazza aveva cercato di convincere il fidanzato a cercare un aiuto per i suoi problemi psichici. E lei stessa combatteva con la depressione, la bulimia e l'anoressia. Per Knox, giudicarla responsabile di quanto avvenuto equivale a «non aver imparato nulla su come curare i disturbi che possono condurre al suicidio».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Agosto 2017, 21:25
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