Ksenia, ballerina arrestata in Russia. «Ha donato 51 dollari all’Ucraina»: rischia 20 anni per tradimento

La ragazza è stata arrestata a Ekaterinburg, nella Russia centrale. Era andata lì per visitare i nonni

Ksenia, ballerina arrestata in Russia. «Ha donato 51 dollari all’Ucraina»: rischia 20 anni per tradimento

di Redazione web

Ksenia Karelina Khavana, una ballerina semi-professionista con doppia cittadinanza russa e americana, è stata arrestata dai servizi segreti russi: l'accusa è aver donato in beneficenza 51,8 dollari a Razom for Ukraine, un’organizzazione con sede a New York che fornisce aiuti umanitari in Ucraina. L’FSB spiega che la donna avrebbe partecipato a manifestazioni pro ucraine nel territorio americano. La ragazza è stata arrestata a Ekaterinburg, in Russia: ora rischia una condanna di 20 anni di carcere per "tradimento". 

 

La storia di Ksenia Karelina

Ksenia, che era in Russia per visitare la nonna novantenne, viveva negli Stati Uniti (a Los Angeles) da dieci anni. Lì ha ottenuto la cittadinanza nel 2021. Mykola Murskyj, presidente dell’organizzazione no-profit Razom for Ukraine, ha respinto le accuse dell’FSB secondo cui fornirebbero armi e munizioni all’Ucraina: «È una sciocchezza.

Forniamo forniture di pronto soccorso ai soldati ucraini e a coloro che combattono per l’indipendenza dell’Ucraina, ma mai armi o munizioni».

La storia di Ksenia Karelina Khavana è stata raccontata dai media indipendenti russi come Meduza e Mediazona ma è arrivata ovviamente negli Usa, sulla Cnn e sul New York Times. Secondo il giornalista investigativo russo Andrei Soldatov, l'obiettivo principale del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) è quello di «costruire una banca di ostaggi con passaporti americani» che Mosca «utilizzerà come leva in eventuali futuri negoziati». La Russia ha arrestato diversi cittadini statunitensi negli ultimi anni e l'arresto di Karelina è avvenuto nello stesso giorno in cui il tribunale cittadino di Mosca ha confermato la detenzione preventiva prolungata fino al 30 marzo del giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Febbraio 2024, 11:11
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