Homeless italiani a Londra, più di un centinaio vivono in povertà estrema
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«L’indagine che ho voluto condurre - spiega la girnalista Francesca Marchese che ha lavorato al "rapporto italiani nel mondo" - non è basata solo sul raccontare storie di chi ci ha provato ed è finito fuori strada, ma spiegare soprattutto che ci sono strumenti a disposizione per ritornare in carreggiata, messi a disposizione sia dal governo britannico che dal nostro italiano, ma che spesse volte non si conoscono. Il rischio è che si entri in un vortice dal quale poi non si esce più col risultato di finire per strada senza fissa dimora, e senza neppure la capacità economica di rientrare in Italia». Ad esempio, spiega la giornalista nella sua indagine, la parrocchia italiana di St. Peter è attiva con il progetto “St. Peter Project” che fornisce assistenza ad alcolisti, tossicodipendenti ed ex detenuti, e con il progetto di orientamento “Benvenuti a bordo” attraverso il quale si stima abbia offerto aiuto a piú di 6 mila persone dal 2013 a oggi; un progetto che intende offrire un quadro veritiero di Londra, che parte dalla difficoltà di pagare un affitto se non si ha un lavoro adeguato, al non riuscire a utilizzare i trasporti pubblici tra i più cari al mondo perché non si hanno abbastanza fondi a disposizione. Tra i progetti più rilevanti ci sono anche quelli della Comunità di Sant’Egidio UK, che distribuisce pasti caldi ai senzatetto in alcuni quartieri della capitale. «La coordinatrice è Emanuela Russo – continua Francesca – e ogni sabato arruola 40 volontari sia italiani che di altri paesi nelle zone di Victoria, Gloucester, Tottenham e Piccadilly. E per incontrare, purtroppo, quasi sempre gli stessi volti chiamandoli per nome e consegnando loro dei pasti caldi».
Per approfondire l'argomento potete collegarvi con l'articolo del quotidiano online "Londra, Italia".
Ultimo aggiornamento: Sabato 3 Novembre 2018, 16:17
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