Nei luoghi degli antichi romani, di Jane Austen e delle "Mary Poppins": tutto il bello di Bath

Nei luoghi degli antichi romani, di Jane Austen e delle "Mary Poppins": tutto il bello di Bath

di Sabrina Quartieri
Un prestigioso college che, da oltre un secolo, rende le sue adorabili studentesse delle tate professioniste stile “Mary Poppins”. Ma anche un’affascinante casa-museo, per conoscere da vicino la scrittrice Jane Austen. E ancora: gli antichi “bagni” romani, le architetture dorate georgiane, le piazze animate dai buskers, le intime sale da tè e il bosco incantato che ospita un elegante ponte palladiano. Tutto questo è il bello di Bath, la vivace cittadina termale inglese rinomata per essere, da sempre, la meta prediletta dell’alta società britannica. Facilmente raggiungibile dall’Italia, via Bristol, questa località della contea del Somerset è la fuga ideale per sognatori e romantici, amanti della storia e delle leggende.
 
In città, l’incontro che non passa inosservato è con le “nannies” del Norland college. Le future bambinaie modello sono considerate le “Mary Poppins di Bath”, anche se, al posto del cappellino nero, della borsa di tappeto e dell’ombrellino con il becco, portano solo la loro uniforme: un abitino longuette beige o, per impegni più pratici, una polo abbinata a dei pantaloni blu. Vederle girare con bebè e passeggino è molto frequente e, quando capita, pensare alla tata magica e canterina della Walt Disney è automatico. Per scoprire le origini di Bath, basta entrare nelle sue antiche Terme, costruite duemila anni fa dai Romani, dopo la conquista della Britannia. Con un’audioguida, si torna indietro fino all’epoca in cui la lussuosa piscina, realizzata con le uniche sorgenti d’acqua calda del Regno Unito, era popolare e frequentatissima.

I “bagni”, considerati un dono della dea Sulis Minerva, furono scoperti solo nel XIX secolo e oggi il museo ne conserva i resti. La passeggiata nella terrazza panoramica, infine, permette di ammirare la grande vasca di Aquae sulis, nome che i Romani scelsero per Bath, pensando che le sue acque fossero sacre.  
A pochi passi dalle Terme, la Torre dell’Abbazia regala un colpo d’occhio unico sulla città. Per raggiungere il punto panoramico in alto, però, si devono affrontare oltre 200 gradini. Una piccola sosta intermedia consente di vedere da vicino le dieci campane che, il lunedì e il sabato, fanno sentire i loro rintocchi. Il Bishop balcony, invece, grazie all’affaccio sulla piazzetta principale, offre un posto d’eccezione per godersi (anche se per pochi minuti), i buskers che si esibiscono. Nella località inglese, gli artisti di strada sono i benvenuti e intrattengono il pubblico sotto al palco a cielo aperto, alternandosi con performance che durano mezz’ora.
 
Per gli amanti della letteratura inglese, c’è “The Jane Austen center”. Un museo che svela storie e aneddoti degli anni in cui la scrittrice visse a Bath. Una permanenza, dal 1801 al 1806, non sempre facile, visto che qui Jane Austen perderà suo padre George. Ma anche quando si trasferirà altrove, questo periodo resterà vivo nei suoi ricordi. Tanto che le atmosfere della prospera e vivace località mondana del periodo Regency, saranno fonte d’ispirazione per i suoi romanzi, da “Persuasione” a “L'abbazia di Northanger”. Il percorso espositivo termina nella stanza con un antico scrittoio e un elegante “Mr Darcy” (di cera), che diventa set per uno scatto-ricordo d’epoca, con la possibilità di posare indossando gli abiti di Elizabeth di “Orgoglio e pregiudizio”. Prima di lasciare la residenza, assaggiare il “Tea with Mr. Darcy” nella sala da tè del museo, è la sosta golosa con scones caldi e clotted cream, da non perdere.

Per una tappa dal tocco femminile, c’è il “Sally Lunn’s”. Ospitato in una casa del 1482, la più antica della città, il locale è legato alla figura leggendaria di Sally Lunn. Una francese ugonotta rifugiata a Bath che, come lavoro, faceva la fornaia. Si racconta che il suo pane, dal sapore delizioso, in poco tempo divenne così popolare che la ricetta originale è stata tramandata nel tempo, fino ad oggi. Sedersi e ordinare il “bun”, la brioche farcita con il burro di cannella, è un “must” per viaggiatori gourmand. Al crepuscolo, Bath si accende di bellezza e regala scenari da favola. Per non perderli, si passeggia lungo il fiume Avon all’altezza di Pulteney Bridge, che si specchia nel corso d’acqua con le sue sfumature dorate. Poi, ci si dirige verso il Cyrcus e The Royal Crescent, gli iconici edifici georgiani della città Patrimonio dell’Umanità Unesco. Oppure, ci si rifugia nel romantico bosco di Prior Park, dove si nasconde un elegante ponte palladiano.
 
Per quanto riguarda l’enogastronomia, l'offerta è di qualità e molto ricca. Ma per un’esperienza autentica, c’è “The stable Bath”. Un ristorante che propone la “Cider tasting experience” a 15 pounds, poco più di 17 euro. La degustazione di dieci tipi di sidro diversi, è accompagnata dalla spiegazione del processo produttivo, ma è obbligatorio prenotare e bisogna essere almeno in sei. Per chi invece ha voglia di sapori italiani, il posto nuovo è l’“Amarone”. Se all’esterno, sulle pareti fatte della tipica pietra di Bath, si riflettono le tinte del Tricolore, dentro non mancano le foto più iconiche del cinema italiano. La cucina è gestita da uno chef siciliano che ripropone, in chiave moderna, i piatti della tradizione. Nella cantina dei vini, invece, il grande protagonista è, ovviamente, l’Amarone. Ma come si arriva a Bath? In 90 minuti, con un treno diretto dalla stazione di London Paddington. L’aeroporto più vicino, Bristol, dista circa 30 chilometri ed è ben servito da autobus di linea. Per informazioni: www.visitbath.co.uk e www.visitbritain.com/it/it.

 

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Novembre 2018, 18:10
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