Mariupol, i soldati ucraini rifiutano la resa. Mosca: «Parata per la vittoria il 9 maggio»

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di Giammarco Oberto

Non hanno accettato il salvacondotto offerto dai russi: la resa in cambio della vita. E si preparano all’ultima estrema resistenza nei meandri dell’acciaieria Azovstal, incastrata tra il mare di Azov e le macerie di quella che era stata una città. Sanno di essere alla fine, i 500 marines della 36ª brigata Bilinsky, gli ultimi samurai prima della caduta di Mariupol.

Il loro comandate, il maggiore Serhiy Volyna, l’uomo che solo due giorni fa ha inviato una lettera a Papa Francesco chiedendogli di intervenire «per salvare la popolazione civile allo stremo nella città», ha postato un video su Facebook con un ultimo disperato appello, che suona come una campana a morto: «Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita», dice, «preghiamo tutti i leader mondiali di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e portarci nel territorio di un Paese terzo». I russi li hanno invitati a porre fine alla loro «insensata resistenza» promettendo che «la vita sarà salvata» a chi si arrenderà.

Qualcuno lo ha fatto: i media russi hanno diffuso un video di soldati ucraini che si sono arresi. Ma gli uomini di Volyna non hanno risposto. E combattono ancora i superstiti del Battaglione Azov.

L’ultima sacca di resistenza non preoccupa il Cremlino, convinto di risolvere la “questione Mariupol” entro il 9 maggio. Quel giorno, ricorrenza della vittoria sovietica sul nazifascismo, a Mariupol ci sarà, parola della vicesindaca nominata dai russi, Viktoria Kalachova, «una grande parata militare». «La popolazione di Mariupol aspetta questo evento», ha detto ai giornalisti. Quei cittadini che vivono negli scantinati, afflitti da fame e sete, costretti a indossare una fascia bianca sul braccio per non essere presi di mira dai cecchini. Ieri una comitiva di bus ha approfittato di un corridoio umanitario aperto fino a Zaporizhia per tentare di lasciare la città martire. Era stata pianificata l’evacuazione di seimila persone, se ne sono andate 127, secondo le milizie filorusse di Donetsk. E durante la fuga la colonna è stata anche colpita da bombardamenti d’artiglieria.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Aprile 2022, 08:32
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