Da una parte c’è il conto del becchino: 205 bambini uccisi e 373 feriti dal 24 febbraio, dati di Kiev. Dall’altro ci sono i numeri della vita: dal giorno dell’invasione 26.653 bebè sono nati sotto le bombe. Frutto di un’esistenza precedente, quando l’idea di un conflitto in Europa non sfiorava nessuno. E poi ci sono quelli che verranno, e saranno davvero i figli della guerra: perché dal giorno in cui i blindati di Mosca hanno varcato il confine, i matrimoni registrati in Ucraina sono stati più di 22mila, 1800 solo nella città di Kiev.
Sul web girano foto e video a cui è affidata una testimonianza: l’amore sfida anche i tempi più bui. C’è la coppia di sposini che dice sì davanti al vicesindaco in una stazione della metro di Kharkiv, e poi sfilano tra le macerie di una città devastata. C’è il militare che si inginocchia davanti alla fidanzata in un check point organizzato dai suoi commilitoni apposta per farle la proposta.
A Kiev sono nati sotto le sirene 1500 bambini: 759 maschietti, 670 femmine e 32 gemelli. Battezzati con nomi che per sempre racconteranno come e quando sono nati. Jevelin, Javelin, Jav o Javelina: in omaggio a quei missili anti carro arrivati dagli Stati Uniti che stanno consentendo alla resistenza ucraina di fermare i blindati di Putin.
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Aprile 2022, 14:43
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