Fuma marijuana e uccide il fidanzato (con 108 coltellate), e colpisce anche il cane: non andrà in carcere. «Psicosi da cannabis»

La donna, oggi 33enne, dovrà scontare due anni di libertà vigilata e svolgere 100 ore di servizio alla comunità

Fuma marijuana e uccide il fidanzato (con 108 coltellate), e colpisce anche il cane: non andrà in carcere. «Psicosi da cannabis»

di Nikita Moro

Fumare marijuana a scopo ricreativo è legale in più di 35 Stati in America, ma gli effetti che ne derivano possono essere nocivi per chi l'assume, con conseguenze che possono essere permanenti. 

Bryn Spejcher, di 33 anni, aveva fumato marijuana il giorno in cui ha ucciso il suo fidanzato, Chad O'Melia, impugnando un coltello per poi colpirlo con 108 fendenti. Martedì scorso la giovane donna è stata condannata a due anni di libertà vigilata perché secondo la legge si tratta di un episodio di «psicosi indotta dalla cannabis». 

Le dinamiche

La ragazza, che all'epoca aveva 27 anni, era nel suo appartamento di Thousand Oaks, California, in compagnia del suo fidanzato, 26 anni, quando hanno deciso di fumare un po' di marijuana. Era il 28 maggio del 2018, O'Melia aveva appena preparato il "bong", una sorta di pipa ad acqua che si usa per fumare. Dopo il primo tiro la giovane stava bene, ma il ragazzo la costrinse a farne un altro perché la sostanza non le aveva fatto nessun effetto. Voleva che "si sballasse". Spejcher ebbe un attacco di panico e andò in bagno. Quando uscì prese un coltello e uccise il fidanzato con 108 coltellate.

La polizia trovò la ragazza coperta di sangue, in preda a un pianto isterico accanto al corpo del fidanzato, che ancora impugnava il coltello.

Quando gli agenti provarono a disarmarla, la giovane si conficcò il coltello in gola, così come ha riportato il giornale locale Ventura County Star. A causa dello stato in cui era, Spejcher aveva anche accoltellato il suo cane.

 

La condanna

Secondo la legge della California, una persona è considerata responsabile delle proprie azioni quando è alterata da droghe o alcol, a meno che la sua intossicazione non sia involontaria. I legali della donna, infatti, hanno sempre sostenuto che la loro cliente non è mai stata una fumatrice esperta di erba e che il giorno dell'omicidio era rimasta «involontariamente intossicata». 

Martedì scorso, il giudice della Corte Superiore della Contea di Ventura, David Worley, ha stabilito che Spejcher «non aveva alcun controllo sulle sue azioni al momento dell'omicidio», quando è entrata in un episodio psicotico e ha accoltellato O'Melia. I giurati hanno impiegato meno di quattro ore per dichiarare Spejcher colpevole di omicidio colposo involontario. La donna è stata condannata a due anni di libertà vigilata e a svolgere 100 ore di servizio alla comunità.

Il padre della vittima

«Le mie azioni hanno fatto a pezzi la vostra famiglia. Sono distrutta e addolorata per questo», ha detto la donna in aula, mentre piangeva. Il padre di Chad O'Melia, Sean, che non ha accettato le scuse della ragazza, ha poi puntato il dito contro il giudice accusandolo di aver creato un «pericoloso precedente la sentenza emanata». Poi il padre della vittima ha dichiarato: «Il giudice ha appena dato la licenza di uccidere qualcuno a tutti coloro che fumano marijuana nello Stato della California».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Gennaio 2024, 10:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA