Ed Piskor, il fumettista suicida dopo le accuse di molestie. La lettera d'addio: «Ucciso dagli stalker sul web»

L'annuncio della morte è stato dato dalla sorella Justine Cleaves su Facebook

Ed Piskor, il fumettista suicida dopo le accuse di molestie. La lettera d'addio: «Ucciso dagli stalker sul web»

di Redazione Web

Fumettista in ascesa, ha visto la sua carriera schiantarsi contro le accuse di molestie. Poi collaborazioni interrotte e prese di distanze. Sarebbe questo il motivo dietro al suicidio del fumettista Ed Piskor. L'autore statunitense è stato trovato morto lunedì 1° aprile a Munhall, in Pennsylvania.

Poche ore prima dell'annuncio della sua morte, il fumettista 41enne aveva postato su Facebook un testo in cui esprimeva le sue intenzioni suicide e negava nei dettagli le accuse di comportamenti sessuali inappropriati rivoltegli da tre donne. Poi le chiamate di amici e colleghi cadute nel vuoto. Nessuna risposta, nessun segno da parte dell'artista.

L'annuncio della morte è stato dato dalla sorella Justine Cleaves su Facebook. «È con il cuore spezzato che annuncio che il mio fratellone, Ed, oggi è morto. Per favore, pregate per noi perché questa è la cosa più difficile che abbiamo mai dovuto affrontare», si legge nel post.

Le accuse

In poco tempo su di lui si erano abbattute una serie di accuse sui sui social network statunitensi in seguito alla pubblicazione di messaggi di testo che Ed Piskor aveva inviato, prima della crisi pandemica, a Molly Dwyer (oggi 21enne), un'artista che all'epoca aveva meno di 17 anni e alla quale aveva fatto delle avances. La giovane, nota anche con il nome d’arte Sydgoblin, ha accusato il fumettista di averla adescata su Instagram quando era ancora minorenne.

Pochi giorni dopo, un'altra donna, Molly Wright, ha sostenuto attraverso alcuni post pubblicati sui social (poi cancellati ma riportati da The Beat) che Ed Piskor le aveva imposto del sesso orale in cambio del numero di telefono del suo agente.

Una terza donna, Taffeta Darling, ha affermato che l'autore si era offerto di disegnarla nuda in cambio di contatti nel mondo dei fumetti.

Queste accuse hanno portato alla cancellazione di una mostra programmata per il 6 aprile alla 707 Penn Gallery di Pittsburgh. Contemporaneamente, Jim Rugg, co-presentatore con Ed Piskor del programma online Cartoonist Kayfabe, dedicato all'attualità e all'industria del fumetto, aveva annunciato la sua rinuncia, nel tentativo di tagliare i ponti con il suo partner

I lavori

Piskor era noto per opere come Hip Hop Family Tree, una raccolta di fumetti che ripercorrono dettagliatamente la storia dell’hip-hop a partire dagli anni '70, e X-Men Grand Design, una rivisitazione in tre volumi dell'intera storia degli X-Men, con alcuni retcon e revisioni.

Secondo quanto scitto dallo stesso Ed Piskor nella sua lettera d'addio, l’autore stava lavorando a Switchblade Shorties che sarebbe dovuto essere pubblicato da Abrams Books, con la quale appena prima della sua morte avrebbe dovuto firmare un contratto da 75mila dollari.

Le ultime parole

Nella sua lettera d'addio, l'artista ha spiegato che i commenti scambiati con Molly Dwyer erano stati estrapolati dal contesto e che i rapporti sessuali avuti con Molly Wright erano stati «consensuali». Considerandosi vittima di un «linciaggio», si sentiva «assassinato dagli stalker di Internet», alcuni dei quali avrebbero «contribuito alla mia morte intrattenendosi con pettegolezzi».

(Foto di copertina: Selbymay/CC BY-SA 4.0 DEED)


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Aprile 2024, 20:43
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