Condannato liberato dopo quasi 30 anni nel braccio della morte. Il tragico errore: «Non uccise la bambina di 4 anni»

Barry Jones ha patteggiato dichiarandosi colpevole di un'accusa meno grave, l'omicidio di secondo grado per non aver cercato cure urgenti per la figlia della sua fidanzata

Condannato liberato dopo quasi 30 anni nel braccio della morte. Il tragico errore: «Non uccise la bambina di 4 anni»

di Redazione web

Un uomo dell'Arizona è stato scarcerato dopo aver passato quasi 30 anni nel braccio della morte per un tragico errore giudiziario. Barry Jones, che stava scontando la condanna per la morte di una bambina di 4 anni, è tornato un uomo libero a 64 anni. La sua scarcerazione è stata disposta dopo che un giudice statale dell'area di Tucson ha approvato un patteggiamento tra l'accusa e il detenuto, che si è dichiarato colpevole di un'accusa meno grave, ossia di omicidio di secondo grado per non aver cercato cure urgenti per la bimba. Una revisione medica del caso non è riuscita infatti a concludere che Jones abbia causato le ferite fatali. La nuova condanna a 25 anni è già stata scontata, spianando la strada quindi al suo rilascio. Il suo avvocato, Cary Sandman, ha detto che il patteggiamento riconosce come il suo cliente abbia trascorso gran parte della sua vita nel braccio della morte «nonostante prove convincenti che fosse innocente».

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Barry Jones, la bambina morta a 4 anni

Nel maggio del 1994 Jones portò in auto Rachel Gray e sua madre - all'epoca sua fidanzata - all'ospedale, dove la bimba fu dichiarata morta.

Gli investigatori stabilirono che Rachel era morta per una lacerazione dell'intestino tenue causata da un trauma addominale contundente. Le autorità accusarono Jones di aver picchiato e violentato la bambina, una mossa che portò al suo arresto e alla condanna capitale.

Il processo

I pubblici ministeri si basarono su scienza spazzatura per sostenere che c'erano prove convincenti a dimostrazione che le ferite di Rachel risalivano ad un giorno prima che morisse, mentre era sotto la sola cura di Jones. Il suo avvocato non contestò l'accusa né indagò. Jones fece ricorso. Gli esperti alla fine trovarono prove che la ferita mortale di Rachel si era verificata prima del penultimo giorno della sua vita, mentre non era affidata alle cure di Jones. Il giudice ordinò che l'imputato fosse scarcerato o riprocessato. Decisione confermata da una corte d'appello ma ribaltata dalla corte suprema, secondo cui il sistema legale federale generalmente vieta di prendere in considerazione nuove prove della inefficace assistenza legale. L'unica via d'uscita è stata quindi quella di un patteggiamento in cui Jones ha dovuto ammettere che «non è riuscito a cercare o ha contribuito alla mancata ricerca di cure mediche per Rachel Gray».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Giugno 2023, 13:16
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