Beirut, diretta: 300 mila senza casa, 135 morti e decine di dispersi. «Aria tossica». Ue invia primi aiuti

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Deflagrazioni devastanti, registrate dai sismografi come un terremoto di magnitudo 3.3. È salito a 135 e 5.000 feriti, con decine di dispersi, il bilancio delle vittime delle esplosioni che ieri hanno devastato parte della città di Beirut. Lo ha reso noto il ministro libanese della Salute, Hamad Hasan, come riferito dalle tv satellitari. Tre ospedali sono stati «completamente distrutti» e altri due «parzialmente distrutti» dalle devastanti esplosioni di ieri nella capitale libanese. Lo ha confermato ad al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell'Ordine degli infermieri di Beirut. «Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali - ha detto - Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. È una catastrofe». Oltre 300 mila persone sono rimaste senza casa a seguito delle esplosioni di ieri al porto di Beirut. Lo ha detto il governatore della città precisando che, secondo una prima stima, i danni materiali ammontano a oltre tre miliardi di dollari. Lo scoppio ha causato gravi danni in circa la metà del territorio cittadino.
 
Pentagono: non è terrorismo. A Beirut non c'è stato un attacco terroristico: così - secondo la Cnn - fonti del Pentagono smentiscono le affermazioni di Donald Trump che nelle ore successiva alle esplosioni nella capitale libanese aveva parlato di «terribile attentato». Almeno secondo tre funzionari del Dipartimento della difesa sentiti dalla emittente televisiva ma che hanno voluto rimanere nell'anonimato, «non ci sono indicazioni di attori nella regione interessati in questa fase a un attacco di così vasta portata».

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Aria tossica: «Andatevene dalla città»

Il ministro della salute libanese Hamad Hasan consiglia a chiunque possa di andare via da Beirut, devastata ieri da due potenti esplosioni che hanno causato almeno 100 morti e 4.000 feriti. Hasan - citato dai media locali - afferma infatti che materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali. «La Ue ha attivato il meccanismo di protezione civile in seguito alla richiesta delle autorità libanesi, e coordinerà l'invio urgente di 100 pompieri altamente qualificati, con veicoli, cani ed attrezzature specializzati nella ricerca e salvataggio in zone urbane. Lavoreranno con le autorità libanesi per salvare vite»: lo annuncia il commissario alla gestione delle crisi, Janez Lenarcic. «Olanda, Grecia e Repubblica Ceca hanno già confermato la loro partecipazione, Francia, Polonia e Germania hanno già offerto assistenza», ha aggiunto.
 
 

Almeno 100 i dispersi, si scava tra le macerie

A Beirut i soccorritori lavorano alla ricerca di circa 100 persone che risultano disperse dopo le potenti esplosioni che ieri hanno devastato parte della città e che potrebbero essere sotto le macerie, soprattutto nelle vicinanze del porto. Lo ha confermato all'agenzia Dpa un funzionario della protezione civile. Intanto il segretario generale della Croce Rossa libanese, George Kettneh, ha detto alla stessa Dpa che nelle prossime ore potrebbe ulteriormente aggravarsi il bilancio delle vittime. Gli ultimi dati confermati parlano di 100 morti e 4.000 feriti.

L'ambasciata australiana a Beirut è stata danneggiata «in modo significativo». È stato il premier australiano Scott Morrison a confermare, come riportano i media australiani, che la rappresentanza diplomatica - a circa 1,8 km dal luogo delle deflagrazioni - è stata «colpita in modo significativo». «Possiamo dire che tutto il personale sta bene, ma l'edificio dell'ambasciata è significativamente compromesso», ha aggiunto. Tra le vittime delle esplosioni c'è anche un cittadino australiano.
 
 

Per i sismografi è stato come un forte terremoto

Le esplosioni avvenute ieri sera a Beirut sono state registrate dai sismografi come un terremoto di magnitudo 3.3, secondo i dati del servizio geologico statunitense Usgs. La magnitudo riportata non è comunque direttamente paragonabile a un sisma di dimensioni simili, essendo l'esplosione libanese avvenuta in superficie (al contrario di un'onda sismica).


Scontri fra sostenitori di Hariri e manifestanti

Scontri sono in corso a Beirut tra sostenitori di Saad Hariri e altri manifestanti, dopo la visita dell'ex primo ministro nel luogo dove ieri sono avvenute le esplosioni che hanno causato almeno un centinaio di vittime.
In base a quanto riportano i media libanesi, i sostenitori di Hariri avrebbero preso d'assalto un centro di assistenza messo in piedi da alcuni cittadini per raccogliere vestiti e coperte da destinare alle persone colpite dalle esplosioni. Gli scontri avrebbero provocato feriti.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Agosto 2020, 18:30
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