Dopo più di tre mesi di bombardamenti, nell’inferno di Gaza sono ormai oltre 25mila i palestinesi che hanno perso la vita. Ieri il conteggio del ministero della Sanità, controllato da Hamas, si è fermato a 25.105 persone uccise.
Un contatore della morte che non è destinato a fermarsi, almeno sul breve periodo. Israele non ha alcuna intenzione di diminuire l’intensità del fuoco. Netanyahu lo ha ribadito in un messaggio video: «Rifiuto categoricamente le condizioni di resa dei mostri di Hamas». Ovvero il rilascio dei 136 ostaggi ancora prigionieri a Gaza in cambio della fine dei bombardamenti e l’uscita dell’Idf dalla Striscia. «Solo la vittoria totale garantirà l’eliminazione di Hamas e il ritorno dei nostri ostaggi» ha detto il premier israeliano.
Il massacro continua e continuerà. Più di 25mila vittime, e sette su 10 - è il report dell’Onu - sono donne e bambini. «Le operazioni militari di Israele hanno diffuso distruzioni di massa e ucciso civili su una scala senza precedenti durante il mio mandato - ha attaccato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dal G77+Cina nella capitale ugandese Kampala - questo è straziante e assolutamente inaccettabile. Il Medio Oriente è una polveriera, dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che il conflitto si accenda in tutta la regione».
Ma mentre i civili patiscono l’inferno in terra, l’offensiva sembra solo all’inizio. Secondo una stima dell’intelligence americana - ripresa dal Wall Street Journal - in tre mesi di guerra Israele avrebbe ucciso tra il 20% e il 30% delle forze combattenti di Hamas. Secondo le stesse fonti, Hamas avrebbe ancora abbastanza munizioni per continuare i combattimenti per mesi e sta tentando di ristabilire la sua presenza militare in alcune parti di Gaza City. Ieri intanto l’Idf ha scoperto a Khan Yunis un tunnel lungo 850 metri in cui sarebbero stati rinchiusi 20 ostaggi, dentro cinque gabbie, con materassi e gabinetto.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Gennaio 2024, 06:00
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