Coronavirus, i lavoratori essenziali che hanno sempre lavorato in lockdown e la scoperta della cassa integrazione

Coronavirus, i lavoratori essenziali che hanno sempre lavorato in lockdown e la scoperta della cassa integrazione
Per tutto il periodo del lockdown non hanno mai smesso di lavorare, fornendo agli italiani dei servizi assolutamente essenziali, specialmente in un momento storico senza precedenti. Al momento di ricevere la busta paga del mese di marzo, tuttavia, per alcuni lavoratori è arrivata la peggiore delle sorprese: la cassa integrazione.

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Un caso, quello che viene raccontato da Business Insider Italia, che parte dalla denuncia di alcuni lavoratori del settore delle telecomunicazioni che, durante il lockdown, non si sono mai fermati per potenziare o riparare guasti alle reti. A marzo e ad aprile, in busta paga, è arrivata la scoperta della cassa integrazione, perfino la domenica, senza la minima comunicazione preventiva da parte delle aziende. Un fatto, questo, determinato da quelle società subappaltatrici che a colpi di ribassi si aggiudicano le gare ma scaricano tutto sui dipendenti: le grandi aziende affidano parte del lavoro a società esterne, che a loro volta appaltano parte delle commesse a piccole srl locali, con pochi dipendenti e un minimo potere sindacale.

Rosita Galdiero, della Fiom, e alcuni lavoratori hanno spiegato: «Molti di questi dipendenti hanno più di 50 anni, una famiglia da mantenere e spesso il loro è l'unico reddito di tutto il nucleo familiare. Il vero problema sono le gare al minimo ribasso. Senza contare che nelle aziende più piccole è stato fatto il grosso del lavoro in lockdown, spesso senza neanche fornire ai dipendenti i dispositivi di protezione».

Non sono però gli unici: ci sono anche lavoratori che continuano l'attività piena in smart working, nonostante la cassa integrazione, o le partite Iva che lavorano per delle aziende ma, non essendo assunti, non possono essere messi in cassa integrazione e, addirittura, per continuare a lavorare si sono visti richiedere dalle stesse aziende di 'girare' il bonus da 600 euro. Senza contare chi ancora attende i bonus che l'Inps avrebbe dovuto erogare due mesi fa.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Giugno 2020, 15:53
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