Vaccini, in Gran Bretagna ipotesi due sieri: prima dose con uno, seconda con l'altro. Locatelli la boccia: «È rischiosa»

Vaccini, in Gran Bretagna ipotesi due sieri: prima dose con uno, seconda con l'altro. Locatelli la boccia: «È rischiosa»

di Simone Pierini

Un mix tra vaccini per cercare una terza via, scavalcare le difficoltà di approvvigionamento e velocizzare l'immunizzazione della popolazione. Unire quindi AstraZeneca e Pfizer, ovvero somministrare la prima dose di uno e la seconda dell'altro, o viceversa, a distanza di quattro o dodici settimane. È l'idea che si è tramutata in una vera e propria sperimentazione lanciata in Gran Bretagna dall'Università di Oxford.


Lo studio denominato Com-Con - che durerà tredici mesi ma i primi risultati sono attesi entro giugno - vedrà protagonisti ottocento volontari britannici di età superiore ai cinquanta anni. L'obiettivo - oltre all'ipotesi di una possibile protezione superiore contro il Covid - è quello di avere maggiore flessibilità per poter affrontare eventuali interruzioni delle forniture con maggiore tranquillità. Scettico Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che definisce «significativamente aleatorio» il progetto di utilizzare in combinazione due diversi vaccini. «Dobbiamo restare all'evidenza dei dati disponibili - ha sottolineato - i dati si riferiscono a un uso costante, tra la prima e la seconda vaccinazione, dello stesso tipo di vaccino.

Non dico che non possa funzionare, però starei su una strada solida e consolidata». Locatelli fissa poi l'obiettivo italiano di vaccinare venti milioni di persone entro giugno. «La disponibilità di vaccini anti-Covid entro il mese di giugno è quantificabile nell'ordine più o meno dei quaranta milioni di dosi. Quindi dovremmo arrivare largamente a una cifra importante di persone che vengono a essere vaccinate. Siamo nell'ordine dei venti milioni di persone almeno per il mese di giugno», ha affermato.


Apertura e speranza verso Sputnik, il vaccino russo. «La pubblicazione apparsa giorni fa su The Lancet è significativamente interessante». Nel frattempo l'Italia supera anche la soglia dei 90mila morti (ieri altri 422), mentre sono 13.659 i nuovi casi positivi a fronte di 270.142 tamponi, sostanzialmente in linea con i dati di mercoledì. In area ospedaliera il saldo di posti letto occupati in terapia intensiva è +6 mentre nei reparti ordinari c'è stato un calo di 328 unità. Altri 17.680 i guariti.


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Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Febbraio 2021, 11:06
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