Influenza, l'allarme dei medici di base: «Decine di telefonate per la tosse, hanno tutti paura del Covid»

Scotti (Fimmg): "Vaccinare i più fragili, e in presenza di sintomi indossare la mascherina"

Influenza, l'allarme dei medici di base: «Decine di telefonate per la tosse, hanno tutti paura del Covid»

di Domenico Zurlo

Torna l'influenza, ma anche la paura del Covid. I medici di famiglia lanciano l'allarme: decine di telefonate dai pazienti con sintomi influenzali, che sentono arrivare raffreddore, febbre e tosse e pensano subito di avere il Covid, a quasi quattro anni dall'inizio della pandemia (ormai in via di esaurimento). A dirlo è Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

Decine di telefonate per tosse e sintomi

All'agenzia Adnkronos Salute Scotti spiega: «In questo periodo il numero di telefonate e messaggi Whatsapp sono fuori controllo. Questo è legato anche al fatto che quando c'è la tosse, o sintomi respiratori, torna un po' la paura delle complicanze del Covid. I pazienti chiedono di essere indirizzati per la diagnosi che attualmente è legata ad un'offerta privata, con l'auto test, che comunque non ci dà un risultato scientificamente valido, o con il tampone».

La tosse, continua Scotti,
«porta alla richiesta, anche superata la fase influenzale, ma con la persistenza del sintomo, di molte visite ambulatoriali e domiciliari. È il sintomo che più preoccupa, perché i pazienti lo collegano alla possibilità di problemi polmonari. In questi casi il suggerimento è di rispolverale il saturimetro, che è ormai presente in tutte le case, e controllare la saturazione oltre che la febbre. Con una buona saturazione di ossigeno, sopra i 97, e sentendo il proprio medico, ci si può tranquillizzare ed evitare di recarsi in ambulatorio per non allargare i contagi. E per questo il consiglio, quando ci si reca negli ambulatori, è di utilizzare la mascherina».

Due pazienti su tre hanno influenza

Sempre più pazienti con l'influenza dai medici di famiglia.

Oggi «rappresentano i due terzi dei casi di malattie acute che arrivano alla nostra osservazione». Meno frequenti i casi di Covid «che risultano residuali anche se sicuramente sono sottostimati perché non comprendono tutte le situazioni con lievi sintomi o asintomatiche», spiega ancora Silvestro Scotti secondo cui rispetto all'anno scorso «l'andamento dell'influenza, questa settimana, sembrerebbe simile, solo leggermente più elevata, ma quest'anno con il cambiamento della modalità di raccolta dei dati, che mette insieme tutte le malattie respiratorie, è un po' più complicato capire la sola influenza quanto pesa. Emerge, in ogni caso, che per la fascia più a rischio, ovvero le persone sopra i 65 anni, abbiamo ancora una casistica bassa, 4 casi su mille, che diventano 12 nei bambini sotto i 4 anni. Nell'età media registriamo circa 8 casi su mille».

«L'influenza è chiaramente iniziata - continua Scotti - i sintomi ci sono. È importante potenziare i test per Covid e streptococco, perché stiamo vedendo molti casi di infezioni legati a questo patogeno. Continuiamo ad osservare forme gastrointestinali che si presentano con iniziale febbre e mal di testa», continua Scotti che invita, soprattutto le persone più fragili «a vaccinarsi sia contro l'influenza sia contro il Covid. Certo abbiamo un problema logistica, perché spesso, lamentano molti medici di famiglia, non riceviamo contemporaneamente i due vaccini che potrebbero essere fatti insieme. Sono fiducioso, in ogni caso, per la campagna antinfluenzale ma ho più dubbi su quella anti Covid - conclude - perché l'esitazione vaccinale, in questo caso, è alta».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Novembre 2023, 15:24
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