Ortaggi, prezzi alle stelle per colpa del gelo

Ortaggi, prezzi alle stelle per colpa del gelo

di Mario Fabbroni
Un piatto di verdure che diventa sempre più amaro, almeno sotto il profilo economico. Le gelate causate dal pazzo tempo meterologico degli ultimi due mesi hanno fatto infiammare i prezzi al consumo, costringendo gli italiani a considerare quasi come alimenti di lusso prodotti che fino a poco tempo fa invece erano decisamente alla portata di tutte le tasche. Tutti i giorni.

Ecco allora che finocchi e cavolfiori si acquistano quasi con il bancomat, ma fare la spesa è diventato un problema per i prezzi record anche di vari tipi di insalate, indivia, carciofi. Una situazione che ha determinato carenze di prodotto soprattutto nelle campagne delle regioni del Sud, letteralmente distrutte da bombe d'acqua, vento di burrasca, nevicate degne delle Alpi e poi da improvvisi rialzi delle temperature.

A segnalare rincari generalizzati è l'Ismea con una dettagliata rilevazione che si riferisce a una media dei prezzi della I e IV settimana di gennaio. Rincari da infarto che non sembrano legati a speculazioni, anche se in Puglia (ad esempio) agli ingenti danni agli uliveti per la xylella e - più in generale - all'agricoltura per le gelate dell'anno scorso, si sono aggiunti rincari ulteriori dovuti alla necessità per gli agricoltori di scaldare per maggior tempo nelle serre quel che resta del raccolto salvato dalle intemperie. Risultato per i consumatori: i prezzi schizzano alle stelle. Come a Bari e a Foggia, dove l'insalata iceberg ha raggiunto aumenti rispettivamente del 284,9% e del 276,7% (quasi triplicati rispetto all'anno scorso). In media gli aumenti dei prezzi medi all'origine partono da un +60% ed arrivano a superare il 100% del costo per gli ortaggi pronti a finire in tavola.

Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi qualità e aiutare il proprio territorio e l'occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l'origine nazionale, acquistando prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria e non cercare per forza il prodotto perfetto perché piccoli problemi estetici non alternano le qualità organolettiche e nutrizionali. Insimma meglio i cosiddetti brutti ma buoni. Ci sono dunque tutte le condizioni - conclude la Coldiretti - per non rinunciare a produzioni nazionali preziose per il benessere in questa stagione: come gli agrumi contro l'arrivo del picco influenzale e le zuppe di verdure e legumi per combattere il freddo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Febbraio 2019, 09:04
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